Roy Paci: "La mia musica per chi è stato in prima linea"

L'artista suona per raccogliere fondi a sostegno dei familiari degli operatori sanitari morti per Covid

Roy Paci

Roy Paci

Milano, 27 dicembre 2020 - Milano chiama e la Sicilia risponde. C’è infatti un autore di grana finissima come Kaballà, catanese trapiantato in città da una vita, dietro al benefit “Viene Natale (se stiamo lontani staremo vicini)”, mobilitazione di oltre trenta artisti insulari a sostegno delle famiglie degli operatori sanitari che hanno sacrificato la vita in prima linea negli ospedali italiani. "Non è̀ stato facile accettare che questo Natale fosse diverso gli altri" ammette Giuseppe “Pippo” Rinaldi, in arte appunto Kaballà. "Così, quando un amico mi ha detto che l’Assessorato alla Salute della Regione Sicilia stava cercando un modo toccante per invitare tutti a rimanere distanti proprio durante le festività in cui tradizionalmente ci si stringe assieme, abbiamo pensato ad una canzone che portasse quel messaggio senza retorica, ma con grande emozione. Ho scritto la musica di getto, trovando una melodia che, come in ogni motivo natalizio, culla e consola". Kaballà è il capofila di un plotone in cui figurano, tra gli altri, Carmen Consoli, Mario Biondi, Rosario Fiorello, Mario Venuti, Nino Frassica, Silvia Salemi, Patrizia Laquidara, Deborah Iurato, Mario Incudine, Vincenzo Spampinato, ma anche Giovanni Caccamo, Ivan Segreto, Lidia Schillaci, Miele e Suor Cristina Scuccia che hanno registrato le loro parti qui a Milano, al WhiteStudio 2.0 di via Ripamonti.

Roy Paci, pure lei ha detto sì. "Beh, lo dovevo alla causa… e a Pippo. Durante la quarantena di primavera, infatti, ho coinvolto Kaballà in ‘Siamo Capaci’, il brano con cui a maggio ho voluto ricordare Falcone e Borsellino nel 28° anniversario degli attentati, e mi sembrava giusto rendergli il favore. Anche se poi un favore non è, credo che davanti a certe ‘chiamate alle armi’ non ci si possa tirare indietro".

Diversi interpreti di quel suo brano sono pure in questo. "Lì avevo riunito quegli amici che chiamo il mio ‘ciàtu’, il mio respiro; termine utilizzato in acronimo per indicare il Collettivo Indipendente di Artisti della Trinacria Uniti. Pippo li ha richiamati uno ad uno, allargando l’invito ad altri al tempo impossibilitati come Carmen o Fiorello".

Stesse radici, ma personalità diversissime. "Pure in Sicilia tra “East” e “West Coast” ci sono differenze notevoli, ma ad accomunarci è il senso di appartenenza ad un territorio che, trovandosi al centro del Mediterraneo, è sempre stato culturalmente aperto".

Cosa si aspetta dal nuovo anno? "Da figlio di contadini che ce l’ha fatta a raggiungere il sogno di campare della propria passione, in 25 anni ho messo in piedi attorno alla musica una ‘factory’ di ventitrè persone. Ma se prima trascorrevo 200 giorni l’anno lontano da casa, nel 2020 mi sono trovato a trascorrerne 200 in ufficio a sviluppare nuovi progetti. Dunque, la mia speranza per il 2021 è veder fiorire quei giovani talenti su cui ho investito gran parte del mio tempo e del mio entusiasmo. Quattordici promesse che per me rappresentano ormai una famiglia".

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