'Resilient', l’Africa che soffre. E che resiste

Le fotografie di Marco Gualazzini nelle sale di Forma Meravigli

Resilient di Marco Gualazzini

Resilient di Marco Gualazzini

Milano 29 gennaio 2019 - Li chiamano Almajiri: semplificazione di un termine arabo, intraducibile, che, con approssimazione, significa «una persona che lascia la propria casa, alla ricerca della conoscenza islamica». Sono orfani, ragazzini in prevalenza nigeriani, che vivono in gruppo all’interno delle scuole coraniche, la notte: di giorno, per sopravvivere, mendicano per le strade. L’unica realtà che hanno imparato a conoscere sono le armi e i morti, che disegnano sui muri di Bol, città nel bacino del lago Ciad, dove sono arrivati come piccoli rifugiati.

I loro “ritratti”, desolati nell’innegabile bellezza dell’inquadratura, sullo sfondo i profili abbozzati dei kalashnikov, sono opera di Marco Gualazzini, parmigiano, classe 1976, fotografo dal 2004, autore di coraggiosi reportage anche nelle terre più pericolose del continente africano, dal Sudan alla Somalia. Una quarantina di sue fotografie saranno esposte da giovedì prossimo, inaugurazione ore 18.30, con la partecipazione di Paolo Crepet, nelle sale di Forma Meravigli. Titolo della mostra, curata da Alessandra Mauro, “Resilient”, termine che si fa sempre più largo a indicare la capacità di un sistema di adattarsi al cambiamento.

Le fotografie di Marco Gualazzini si sforzano, riuscendovi, di testimoniare la fatica immane e quotidiana degli africani di rispondere alle crisi che martellano le loro esistenze. Fotografie inevitabilmente drammatiche, tragiche, nella loro coloratissima espressività. Scrive nel volume edito da Contrasto, e scrive senza mezzi termini, Domenico Quirico, giornalista che ha vissuto il buio dei giorni da prigioniero: «L’africano è un pezzente che lotta, nella sua miseria, contro ricchi potentemente armati. Lui lo sa: si considera come un morto potenziale». Aggiungiamo noi: anche quando si trova a qualche centinaio di metri da una costa europea. Chi se ne frega delle torture che ha subito: è pericoloso, «può portare a terra di tutto e di più». L’igiene, l’igiene!

«Abbiate il coraggio di guardare queste foto», replica Quirico. I poveri congolesi trattati da indemoniati perché colpiti da malattie mentali. Le povere donne di ogni Paese stuprate ferocemente come vittime di guerra: 15mila ogni anno. «Guardate e vergognatevi: la vergogna, ha detto Marx, è un sentimento rivoluzionario».

Forma Meravigli (via Meravigli 5). Dal 31 gennaio al 24 marzo. Catalogo Contrasto. Info: 02.58118067.

 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro