Al Mudec Paul Klee primitivo. E moderno

“Alle origini dell’arte”: al museo un centinaio di opere dell’artista

L’allestimento della mostra al Mudec

L’allestimento della mostra al Mudec

Milano, 31 ottobre 2018 - Klee primitivista. Klee satirico. Klee cosmico. Klee etnografico. Si presta a tante letture la nuova mostra che il Mudec ha allestito per i mesi autunnali e invernali. Fedele alla sua “mission” di Museo delle Culture, attraverso una straordinaria galleria di opere, un centinaio, refrattarie, nella fusione di fantasia - il musicista Klee fu anche abile violinista - e rigore, di teoria - vedi il suo “Quaderno di schizzi pedagogici” - e capriccio, a farsi ingabbiare in uno “stile” uniforme, il Mudec torna, come dice il titolo della mostra, “Paul Klee - Alle origini dell’arte”, alle più antiche rappresentazioni “selvagge” per ripercorrere quasi, nelle svolte della fantasia del maestro, un paio di millenni di creazioni artistiche.

Che poi all’artista svizzero nato nel 1879 e scomparso nel 1940, acclamato dai surrealisti come ricercatore nel mondo dei simboli del subconscio, non si possa riconoscere un suo proprio “stile”, è tutto da dimostrare. Perché il mosaico tenue del “Paesaggio verde con mura” detto anche “Costruzione boschiva” del 1919 è “un Klee”. Ma è “un Klee” anche il “Sommo Guardiano” del 1940, pittura a cera su tela ben più cubista che surrealista, echi di Picasso, non certo di Dalí. Ed è “un Klee” la ben più antecedente “Vergine (sognante)”, anno 1903, figurina volteggiante a dispetto di ogni gravità. E ancora è “un Klee”, datato 1913, “La casa rossa”, tempera su carta, schizzo magistralmente infantile. Già, perché c’è anche il Klee della “stanza dei bambini”. Fra il 1916 e il 1925, per esaudire una richiesta del figlio Felix, il maestro svizzero realizzò una cinquantina di marionette: grazie a materiali casalinghi, un guscio di noce, un pennello da barba, un osso di bue. Tecniche che rimandano alla prima sezione della mostra promossa dal Comune di Milano e da 24 Ore Cultura per le cure di Michele Dantini e Raffaella Resch, che firmano anche il catalogo. Prima sezione dedicata al Klee primitivista: non un epigono degli ignoti artisti delle caverne, ma un “illustratore cosmico”. Che subito dopo s’innamora della caricatura, tradizionale campo artistico germanico, ma anche dell’arte sacra, che si dedica a rinnovare. Guardando ai capolavori bizantini, ai celtico, alle innovazioni del primo Rinascimento tedesco, ma spingendosi sino a inventare propri alfabeti, fra le rune e i geroglifici egizi. Ripropone, Klee, pagine di evangeliari, codici miniati, rilegature preziose. Non per nulla Paul Klee si definì un “pittore poeta”. E Raffaella Resch ha composto per lui un “Ritratto dell’artista come angelo”.

Mudec, Milano, via Tortona 56. Sino al 3 marzo 2019. Catalogo 24 Ore Cultura. Info: 02.54917.

 

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