Milano, Paolo Hendel da questa sera al Franco Parenti

Il comico fiorentino si concentra sulla terza età in "La giovinezza è sopravvalutata", da stasera al Franco Parenti Quel ciclone di Paolo Hendel "Siamo anziani, che fortuna riderne"

Paolo Hendel al Franco Parenti con il lavoro scritto da Marco Vicari

Paolo Hendel al Franco Parenti con il lavoro scritto da Marco Vicari

"Te Giugno invece, te ti tingi un po’ troppo i capelli...". Battuta stracult. Di un Paolo Hendel che ne "Il Ciclone" interpretava il meccanico Pippo, con le pareti tappezzate di calendari sexy. Altri tempi. Adesso a giugno il comico fiorentino preferisce infatti concentrarsi sulla terza età in "La giovinezza è sopravvalutata", da stasera al Franco Parenti. Scritto con Marco Vicari, diretto da Gioele Dix, è un monologo sulla bellezza e i pasticci di chi ha compiuto i settanta. Nonostante lo sguardo birichino.

Da eterno Gianburrasca. Hendel, come sta andando lo spettacolo? "Benissimo. Il tema della terza età in Italia è molto sentito. D’altronde siamo una società di anziani, poterne ridere insieme è una bella fortuna".

Cosa intende? "Ho l’impressione che una volta ci si curasse meno della manutenzione della macchina, di fare i vari controllini e di stare attenti ai tagliandi. Ora c’è una consapevolezza diversa sui rischi in agguato. E così si possono condividere le meravigliose esperienze che appartengono a noi di una certa età, che vanno dal semplice prelievo del sangue a una bella colonscopia, punto di maggiore emozione".

Curioso come climax di uno spettacolo... "Ma parliamo di una delle esperienze più forti nel mondo della prevenzione! Alla fine ti ci affezioni pure, se non la fai ti manca e non ti senti a posto con la coscienza. In questo senso chi ne viene fuori male siamo noi maschi. Le donne sono molto più serie e responsabili sulla prevenzione. Noi invece non ci conosciamo. Secondo un sondaggio dell’Associazione Europea Urologia il 54% degli uomini pensa che la prostata sia un organo femminile. Forse perché finisce in "a"".

Lei faceva parte di questo 54%? "Ne avevo sentito parlare in giovinezza ma per me poteva tranquillamente essere un ingrediente della cucina, tipo la bottarga. Una cosa che affumicata grattuggi sullo sformatino. È cambiato tutto quando ho compiuto 50 anni e mia moglie mi ha detto che era giunto il momento di conoscere il mio primo urologo".

Riguardo al sesso? "Meraviglioso. Don Gallo lo considerava uno dei più bei doni di Dio. Solo che dopo una certa età è una gran faticaccia. È un po’ come fare un trasloco: vai continuamente su e giù sudato, col rischio alla fine di mettere qualcosa nel posto sbagliato. Eppure molti si lanciano sul sesso tantrico, questa cosa che in pratica rimandi il più a lungo possibile l’orgasmo per aumentare il piacere. Però sono argomenti controversi. Io il piacere ormai lo rimando da vent’anni. È la pace dei sensi. Ho appeso anche un cartello: “Chiuso per cessata attività, rivolgersi ad altri“".

Il titolo è un po’ rosicone. "Ma sì, fa parte del gioco. Io se dovessi ricapitare tornerei pure giovane, mi sono trovato bene".

Qualcosa che avrebbe evitato all’epoca? "In certe situazioni ho scelto di istinto la prima cosa ma non era quella giusta, sia nella vita privata che sul lavoro. Ma non è che con l’età smetti di fare stupidaggini. Solo che adesso te ne rendi pure conto mentre le stai facendo. E se ci pensi è pure peggio".

 

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