Villa Arconati, Pacifico e Bartezzaghi sul palco tra fantasmi e giochi di parole

Canzoni e racconti che evocano personaggi come Totò e Fellini: un concertino spiritico ma di spettri benevoli

Pacifico

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Milano, 30 agosto 2020 - In questo tempo fatto di attimi (e settimane enigmistiche) Pacifico prova a spenderne alcuni irripetibili venerdì prossimo sotto la luna di Villa Arconati, mettendo a tu per tu i testi delle sue canzoni con le invenzioni letterarie di Stefano Bartezzaghi. Una serata compilativa già dal titolo “Vedi alla voce”, affrontata dai due protagonisti con l’aerea complicità di quei «fantasmi enigmatici e pacifici» che entrano ed escono dalla narrazione scandita dalle canzoni. «Visto che viviamo tempi di distanziamento fisico, con Stefano abbiamo pensato di riempire le sedie vuote di presenze immateriali», spiega Pacifico, al secolo Luigi «Gino» De Crescenzo, 56 anni, affiancato in scena pure da Antonello Leoffredi alla viola. 

Un concertino spiritico?  «Si, ma di spettri benevoli, più vicini a quelli che popolavano le sedute a cui partecipavamo da adolescenti per impressionare le ragazze, che a quelli evocati col pendolo e il tavolo a tre zampe. Personaggi che si muovono sul fondo di certe mie canzoni come l’Ottavio Tazzi di “Boxe a Milano”, allenatore di otto campioni del mondo ma anche Fellini, Totò o mio padre, che però non sono ancora sicurissimo di “convocare” per paura di espormi troppo».

Unico precedente col semiologo milanese, l’incontro di otto mesi fa alla Settimana Pacifica.  «Già, poi causa lockdown, con Bartezzaghi ci siamo solo scritti e sentiti. Dopo quella serata con lui e De Gregori, però, l’idea di dipanare la matassa di un nuovo spettacolo assieme ad un giocoliere della parola del suo livello ha cominciato subito a reclamare il suo spazio».

Venerdì lo spettacolo inizia alle 19. Ma alle 18.30 salirà sul palco Migaso, un altro italiano che, come lei, ha preso la via di Parigi. «Viviamo nella stessa città, ma non ci conosciamo». 

Che altro ha sul fuoco? «Sto lavorando con lo stesso Motta, con Malika Ayane e con Gianna Nannini, ma durante l’isolamento ho iniziato pure a scrivere una storia romanzata della mia famiglia lasciandomi prendere la mano - complici presumibilmente le condizioni ambientali - da uno slancio visionario che ora devo riconsiderare seriamente a mente fredda». 

Con la documentazione audio e video delle serate al Teatro dei Filodrammatici che farete? «Stiamo vedendo se trarne uno speciale da mandare su Sky o su Rai5, oppure delle pillole da utilizzare sul web; anche per lenire la delusione di non poter ripetere, per ovvie ragioni, l’sperienza della Settimana Pacifica pure quest’anno». 

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