Beppe Carletti in visita al Giorno: "Come eravamo io, Augusto e quei Nomadi"/ VIDEO

Il fondatore del gruppo musicale in redazione

Beppe Carletti nel verde del terrazzo de Il Giorno

Beppe Carletti nel verde del terrazzo de Il Giorno

Milano, 24 maggio 2017 - Tribù nomade. Beppe Carletti al Giorno ritrova nelle foto e nelle pagine d’epoca il suo tempo, quello raccontato nel magnifico cofanetto “Nomadi 1965 1979 Diario di viaggio di Augusto e Beppe” per Universal in 8 Cd con undici inediti, demo e rarità. Nel momento in cui Yuri Cilloni, uno di loro e voce in una cover band dei Nomadi, entra nel gruppo, la storia si chiude. Tanto vale ascoltarla dall’inizio. «Mi hanno chiamato in Universal per fare un disco con loro e il discorso è scivolato sul grande archivio Emi. Quando ho saputo che c’era molto materiale inedito, ha preso corpo il cofanetto, che è la mia storia con Augusto Daolio. Ho riascoltato alcune cose scritte con lui che neanche mi ricordavo, il materiale mai pubblicato e ci abbiamo lavorato, scartando qualcosa. C’è anche il live con Guccini».

ALBUM Beppe Carletti nel verde  del terrazzo de «Il Giorno» e l’artista con il cofanetto  di tutta una vita dal titolo «I Nomadi 1965-1979. Diario di viaggio di Augusto e Beppe» A sinistra Carletti  con il direttore Sandro Neri durante la visita alla nostra sede A destra con Marco Mangiarotti nel corso dell’intervista
ALBUM Beppe Carletti nel verde del terrazzo de «Il Giorno» e l’artista con il cofanetto di tutta una vita dal titolo «I Nomadi 1965-1979. Diario di viaggio di Augusto e Beppe» A sinistra Carletti con il direttore Sandro Neri durante la visita alla nostra sede A destra con Marco Mangiarotti nel corso dell’intervista
ALBUM Beppe Carletti nel verde  del terrazzo de «Il Giorno» e l’artista con il cofanetto  di tutta una vita dal titolo «I Nomadi 1965-1979. Diario di viaggio di Augusto e Beppe» A sinistra Carletti  con il direttore Sandro Neri durante la visita alla nostra sede A destra con Marco Mangiarotti nel corso dell’intervista
ALBUM Beppe Carletti nel verde del terrazzo de «Il Giorno» e l’artista con il cofanetto di tutta una vita dal titolo «I Nomadi 1965-1979. Diario di viaggio di Augusto e Beppe» A sinistra Carletti con il direttore Sandro Neri durante la visita alla nostra sede A destra con Marco Mangiarotti nel corso dell’intervista

Da monelli a Nomadi. «I Monelli, la prima band, crescono e diventano i Nomadi, nel gennaio del 1963, con Augusto Daolio. Andavamo a suonare con la Fiat 1800 del tassista del paese, con un cariolino. Quando l’orchestra dell’Eden si sciolse perché la cantante era scappata col pianista. Bacchelli chiama allora i tre gruppi più famosi: i Marines, i Giovani Leoni (poi Equipe) e i Nomadi. Il pubblico scelse noi. I cavalli di battaglia erano “La casa del sole” e “Il blues del mandriano”. Maurizio Vandelli quell’anno venne a provare con noi, come chitarrista, dormì e mangiò due giorni a casa mia e sparì».

Cover. Gli altri ascoltavano le ultime hit inglesi a Radio Caroline, poi cercavano gli editori dei pezzi in Galleria del Corso, incidevano i 45 giri. Noi siamo partiti con Guccini ed eravamo gli unici in sintonia con i movimenti politici di studenti ed operai. Con i pacifisti americani in “Un figlio dei fiori non pensa al domani”. L’ingresso del nuovo cantante, Yuri Cilloni ci rinsalda la storia. Conosce le canzoni, ha la voce giusta, si emoziona. Cantava in una delle 150 cover band che hanno il nostro marchio e ci girano con il telefonino il bollettino dei concerti, che saranno quest’anno 90. Nel 2018 cadono i 55 anni di Nomadi, prepariamo la festa».

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