Riapre il Museo del Novecento

In cartellone una rassegna dell’arte dagli anni Venti ai Cinquanta

Il Museo del Novecento e l'Arengario, a due passi dal Duomo

Il Museo del Novecento e l'Arengario, a due passi dal Duomo

Il Museo del Novecento riapre martedì 2 marzo con un nuovo racconto dell’arte dagli anni Venti ai Cinquanta. Una lettura che intreccia il criterio cronologico con un’interpretazione critico-tematica, in un alternarsi di sale ampie e luminose e di spazi intimi e raccolti dove approfondire i temi che hanno attraversato il Novecento. In esposizione, oltre alle preziose opere del ricco patrimonio civico, capolavori provenienti da Fondazioni, Archivi e collezionisti privati con cui il museo ha costruito in questi anni significative alleanze.Il percorso espositivo, a cura della Direzione del Museo con il comitato scientifico, propone una nuova interpretazione dei decenni centrali del secolo, consolidando l’idea di un museo in continua evoluzione.

La storia dell’arte del Novecento è presentata con un criterio tematico-cronologico, coniugando un rigoroso approccio filologico a una narrazione dal ritmo di ascolto e di passo differenti. Il racconto si apre con approfondimenti su temi trasversali particolarmente significativi nell’arte del secolo breve affrontati nelle sale più raccolte dal sapore intimo e meditativo: la Metafisica, letta attraverso la lente della rivista Valori Plastici, il ritorno all’ordine e alla pittura di figura degli anni Venti e Trenta, il tema del primitivismo dalle Avanguardie storiche in avanti.

Negli spazi ampi e luminosi, al quarto piano, si attraversa il periodo che dall’ ‘’arte tragica e senza tempo del fascismo’’ porta all’astrattismo. Dalle opere monumentali di Sironi, Martini e Carrà si passa quindi alla pittura più ‘’sciolta’’ e cromaticamente accesa di de Chirico, De Pisis, Birolli e Casorati, tra gli altri. La rappresentazione dei due scenari artistici degli anni Venti e Trenta in Italia è significativamente interrotta da una preziosa monografica dedicata a Giorgio Morandi, indiscusso maestro del Novecento difficilmente ascrivibile a una corrente o gruppo. L’ultima parte dalla lunga sala è dedicata agli astrattismi: dall’ ‘’armonica’’ scultura di Melotti in dialogo con Kandinskij e Klee si passa ai pittori che ruotarono intorno alla Galleria del Milione.

Attraversate le sale di Marino Marini, inaugurate nel 2019, e il grande spazio dedicato a Lucio Fontana, cuore del museo, il nuovo percorso riprende nella lunga hall del quinto piano con il secondo Dopoguerra. Si alternano ancora sale personali, Manzoni e Burri, e di contesto. Il clima culturale dell’immediato secondo dopoguerra è descritto attraverso un interessante confronto tra artisti che con linguaggi molto diversi risposero all’urgenza di una società nuova: la figurazione onirica di Licini e le suggestioni meccanomorfe di Magnelli, l’astrattismo militante di Accardi e Vedova, il Realismo di Guttuso e Birolli e la rivisitazione picassiana ‘’Oltre Guernica’’ di Morlotti e Afro.

Si chiude con le ‘’nuove vie dell’astrazione’’: attraverso opere di grande formato si affrontano le ardite sperimentazioni in chiave astratta degli anni Cinquanta e Sessanta, con lavori di artisti quali Pomodoro, Consagra, Capogrossi, Kounellis e Novelli. La collezione esposta è stata rinnovata con opere provenienti dai depositi e arricchita dai capolavori provenienti da collezionisti privati e da Fondazioni e Archivi di primaria importanza nel sistema dell’arte nazionale e internazionale. 

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