"Buona la prima!", si va in stampa: le copertine più belle in mostra

Le cover dei libri di recente uscita in gara: vincitore Maurizio Ceccato. L’esposizione alla “Kasa” di Kerbaker

Una copertina del volume di Paul Cox “Design & Art”

Una copertina del volume di Paul Cox “Design & Art”

Milano, 30 ottobre 2020 - Un premio dove in palio non c’è nulla, a parte la stima di colleghi e addetti ai lavori: non rinuncia alla battuta di orgoglio spiritoso Stefano Salis, bibliofilo, animatore culturale, giornalista, per presentare l’edizione 2020 di “Buona la prima!”, versione italiana dei concorsi, abituali nei Paesi anglosassoni, organizzati per scegliere la copertina più seducente fra i volumi di recente uscita in libreria. Dopo il debutto a Villacidro, a cura della Fondazione Giuseppe Dessì, la mostra delle cover arriva ora a Milano, dove chi può ospitarla se non la Kasa dei Libri di Andrea KerbakerAppuntamento in largo Aldo de Benedetti 4, sino a mercoledì 4 novembre.

Importante una copertina per il successo di un libro - magari non così decisiva com’era per i settimanali: dentro un testo inedito di Heidegger, fuori le tette della sedicente divetta di turno... -. E felicissimo Maurizio Ceccato, che oltretutto con la veste ideata per “Fiumi” di Martin Michael Driessen, volume edito da Del Vecchio, bissa il premio ottenuto l’anno scorso per “Assemblea” di Michael Hardt e Antonio Negri, pubblicato da Ponte alle Grazie. Una copertina, quella vincitrice quest’anno, che colpisce per il movimento, il ritmo, il colore delle onde, non per nulla veste “Fiumi”. Come commenta Giacomo Callo, uno dei venti giurati, “libera dalle impostazioni, piacevole per il lettering leggermente corrotto di piccola dimensione ma leggibile ed equilibrato”. Professionista, Maurizio Ceccato, dalla lunga carriera, e dalle tante attività, grafico editoriale e libraio, fanzinaro, fumettista, pittore, fotografo. Ma per il nuovo premio “giuro - dice ridendo - che non ho pagato né minacciato nessuno”. Tutte naturalmente piacevolissime e tutte diverse, le copertine di “Buona la prima!”.

Decisamente controcorrente la cover di “Così semplice” di Zenna Henderson: Fausta Orecchio, la “dea ex machina” di Orecchio Acerbo, ha scelto di rinunciare a qualunque parola, neppure il titolo, solo il volto di un bimbo, macchiato o vilipeso da pennellate di colore arcobaleno a cascata. Mentre un bisturi che si staglia su un pallido fondo color carne incrocia trasversalmente la parola “Viscere”, titolo elaborato da Stefano Pirone per la raccolta di racconti di Amelia Gray edita da Pidgin. Personalmente troviamo suggestive in modo particolare le copertine di due riproposte per nulla scontate. Di un’eleganza impeccabile quella di “Orbis pictus” del grande Walter Benjamin (Gometti & Antonello), sognante quella del “Grande sonno” di Raymond Chandler (Adelphi). E giuriamo che non siamo stati pagati né minacciati da nessuno.

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