Estate Sforzesca, Walter Leonardi: "Il lockdown e la vita sottosopra"

“Andrà tutto bene?“: il dissacrante monologo scritto con Alessio Taglienti

Walter Leonardi

Walter Leonardi

Milano, 11 agosto 2020 -  «Moriremo tutti!», urlava Lenny Bruce dal palco, durante la crisi dei missili a Cuba. E il pubblico a ridacchiare. Un po’ sconcertato. Che la comicità può essere feroce. O almeno così ce la racconta Don DeLillo in "Underworld" (capolavoro). Meno disperato Walter Leonardi. Anche se quel punto interrogativo in "Andrà tutto bene?", lascia aperto qualche dubbio esistenziale. Puro dissacrante intrattenimento il nuovo monologo dell’attore milanese, al debutto stasera alle 21.30 al Castello per l’Estate Sforzesca. Un fiume di parole. Scritto insieme ad Alessio Tagliento. Per ridere insieme sul virus, il lockdown, le nostre vite rivoluzionate.

Walter, ma quindi andrà tutto bene o no? "Non ho una visione rosea. Ci capisco poco, come credo buona parte dei lavoratori dello spettacolo. È un marasma senza prospettive. Io ogni sera prima di dormire prego la mia divinità: il dio Vaccino, un grande pastiglione ai piedi del letto. E intanto ci rido sopra".

Ridere è una salvezza? "Sicuramente. O almeno per me è sempre stato così. Ad esempio l’ironia ha fatto in modo che non mi drogassi in maniera troppo pesante. In questo caso è un’ironia che si ispira agli ultimi mesi di vita vissuta. Raccontati da un punto di vista comico, surreale, satirico".

Cosa l’ha divertita? "La vita di coppia. Che appena iniziata la quarantena sembrava una meraviglia. Ed è finita che si tiravano fuori i coltelli, costruendo muri di scotch fra le stanze. Poi mi hanno fatto ridere le gaffe di politici e dottori. Come Trump e la bevanda a base di disinfettante. Ma in realtà grande ispirazione sono state le piccole cose. Pensa a quelli che di ritorno dal supermercato allungavano un attimino la strada per farsi una passeggiata e li ritrovavi a Roncobilaccio... Oppure questa cosa sui balconi dell’“Andrà tutto bene“. A me è sempre parsa che portasse un po’ di sfiga. Meglio “Andrà tutto bene solo per chi ha i soldi“, come ho visto su un cartello, qui in Bovisa".

Ma lei come l’ha vissuta? "In una bolla. Nell’immobilismo, avvolto da un silenzio siderale, con un pugno sullo stomaco. Le ore passavano rincorrendo pensieri ed azioni, saltando inconcludente da una cosa all’altra. Alle sette mi mettevo a vedere “L’eredità“, la mia trasmissione preferita, e improvvisamente mi sembrava una giornata normale".

La sua Milano? "Molto disciplinata, almeno nel lockdown. Poi una volta riaperta, mi sono ritrovato in un locale pieno di ragazzi senza alcuna protezione e mi sono spaventato, ho visto del menefreghismo. E mi sono anche sentito vecchio".

Nei prossimi mesi? "Sono stato fortunato, mi hanno preso nel cast del nuovo film di Salvatores. Sto anche ragionando sulla mia prossima commedia e dovrei interpretare un monologo scritto dai ragazzi del Terzo Segreto di Satira. Non mi posso lamentare".

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