Milano, la città disegnata da Anna Sutor

In esposizione scorci dimenticati, campanili, strade. E tanta poesia

Una delle opere in mostra

Una delle opere in mostra

Milano, 17 marzo 2019 - Il suo background è di assoluto rilievo: nel 1998 laurea in architettura a Venezia, poi un master alla londinese Architectural Association, seguito da due invidiabili periodi di lavoro negli studi di due giganti, prima Rem Koolhaas a Rotterdam, poi Norman Foster, di nuovo a Londra.

Dal 2001 Anna Sutor, viaggiatrice instancabile, ha scelto però di essere milanese: cittadina, professionista, artista. E illustratrice della città: precisa, accurata, elegante, colta ed educata, ci viene spontaneo sottolineare - due parole sempre più rare di questi tempi -. Ma, illustratrice o disegnatrice? Rubiamo la risposta, proprio perché esauriente, a un’intervista di pochissimi anni fa, rilasciata in occasione di un Salone del Mobile: “Bella domanda! Sicuramente sono due attività diverse e, insieme, collegate.

Da una parte, sono una illustratrice, e in questo ruolo devo saper rispettare maggiormente determinate regole ed esigenze, e forse per questo è un modo più difficile rispetto al disegno, che è più libero e senza vincoli. Però...”. Però? “Però mi sento comunque più una disegnatrice, sento che il disegno è il mio filo conduttore, non amo le regole troppo rigide e, in definitiva, il disegno offre una maggiore libertà progettuale”.

Così Anna Sutor Allo spettatore, poi, alla sua sensibilità, il giudizio magari meno tecnico ma più spontaneo. Davanti alla “Milano fra le dita”, le opere selezionate dall’incredibile portfolio dell’artista e in mostra da Milan Icons, in via Pastrengo. “Milano come non l’abbiamo mai vista”, è il sottotitolo dell’esposizione.

O, almeno, come troppo spesso ci sfugge, imitatori come siamo del figlio della grande Lalla Romano che il tema “Che cosa vedo venendo a scuola” lo svolse scrivendo: “Io vengo a scuola a piedi. E siccome cammino a testa bassa vedo mozziconi, cartacce, sputi, magari qualche monetina...”. Anna Sutor, invece, e per fortuna, ci ricorda la galleria Vittorio Emanuele, i campanili antichi, quelli moderni, gli uni e gli altri svettanti nel cielo, o la vetrina della storica pasticceria Marchesi. Attraverso i suoi disegni - scegliamo: sono disegni - architettonici, a volte sintetici, altre dettagliati, a volte a colori, altre in bianco e nero, capaci di rivelarci scorci dimenticati. Un album da sfogliare, nei colori sgargianti a macchie piatte, nei contorni netti, nella precisione quasi maniacale - è un complimento... - dei dettagli. Appena visti, ricordati, immaginati. Magari trasferiti all’ombra del Duomo da Parigi o da Rio de Janeiro.

Milan Icons, Milano, via Pastrengo 7. Sino al 20 aprile. Info: 393.0552272.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro