Milano, Max Weinberg protagonista al Castello Sforzesco

Storico batterista della band di Springsteen suona i classici del rock

Max Weinberg

Max Weinberg

Milano, 19 luglio 2019 - Batteristi in tour sul filo della nostalgia. Se ieri sera è stato Nick Mason a portare l’epopea dei (primi) Pink Floyd in Piazza della Loggia a Brescia, stasera tocca a Max Weinberg far rotolare il suo quarto di dollaro d’argento nel juke-box del rock’n roll nella austera cornice del Castello Sforzesco di Milano. Già, perché lo spettacolo che il motore ritmico della E-Street Band di Bruce Springsteen ha messo in strada con la complicità del cantante Bob Burger, del bassista Glen Burtnik e del chitarrista John Merjave, consente al pubblico di scegliere il repertorio dello show da una lista di oltre 200 brani anni Sessanta-Ottanta - da Tom Petty a Chuck Berry, dagli Ac/Dc a Roy Orbison, agli Stones - e sentirseli suonare in tempo reale.

Non mancano, naturalmente, inni del Boss come “She’s the one” o quella “Glory Days” a cui spetta di solito il compito di far calare il sipario. Un po’ come avvenuto per anni davanti alle telecamere della NBC in quel “Late Night with Conan O’Brien” di cui Max fungeva da colonna sonora col suo The Max Weinberg 7. Nell’ottantina di date americane che hanno preceduto questo sbarco in Europa del Max Weinberg’s Juke Box l’idea del concerto “on demand” ha funzionato molto bene. «A me piace suonare, ma solo in occasioni private» spiega Maxwell Sachel Weinberg, padre di quel Jay Weinberg che dal 2014 suona la batteria negli Slipknot. «Sostanzialmente scendo a patti con le mie radici e suono come batterista ai matrimoni o ai bar-mitzvah (Weinberg è un ebreo di origine russa e il bar-mitzvah è la cerimonia che celebra il raggiungimento della maturità per i bambini ebrei e cade al compimento del tredicesimo anno d’età - ndr). Poi c’è tutta una serie di gruppi con cui suono.

Vale a dire una band di 12 elementi con cui faccio solamente canzoni del repertorio della Stax e della Motown, ma anche un’orchestra di musica da ballo stile anni cinquanta composta da 23 persone. Di tanto in tanto, rileggo anche con un gruppo brani tipo Count Basie e Buddy Rich. Insomma, suono la musica che amavo da ragazzino. Come hobby investo sul mercato immobiliare e poi, per la maggior parte del mio tempo, seguo la carriera di mio figlio più della mia». Springsteen conferma. «Max ha trovato un posto nella musica, grazie a dedizione ed impegno. Sul palco, in tre ore di musica rock senza sosta, lui va oltre il solo ascoltare quello che sto dicendo, lui sente ciò che sto pensando. Anticipa i miei pensieri, è telepatia dopo anni di tour insieme. È un miracolo ed è per questo che la gente ama i musicisti così!». E se lo sostiene il Boss del rock’n’roll, come fai a contraddirlo?

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