Martin Garrix all'Ippodromo di San Siro, il re dei dj scatena il popolo della notte

L’alchimista elettrico olandese torna a Milano per far ballare

Martin Garrix

Martin Garrix

Milano, 29 giugno 2018 - L'intoccabile. Passano gli anni, ma il numero uno della Top 100 di DJ Mag, la bibbia della dance con la classifica di tutti i più grandi padroni della notte in attività, rimane sempre lui: Martin Garrix. E stasera l’alchimista elettrico olandese torna a Milano per far ballare il popolo dell’Ippodromo Snai di San Siro. Una marcia trionfale, la sua, che in cinque anni gli ha permesso di lasciarsi alle spalle divi della console come Tiësto, Armin van Buuren, Hardwell fino ad arrivare a spodestare dal trono nel 2016 addirittura la formidabile coppia Dimitri Vegas & Like Mike. Un anno fa Garrix (Martijn Gerard Garritsen all’anagrafe di Amstelveen, dov’è nato 22 anni fa) il bagno di folla l’ha fatto a Monza, condividendo il palco dell’iDays con Justin Bieber, mentre stavolta l’aspetta l’ippodromo del galoppo, dopo la parentesi promozionale pomeridiana che lo vedrà incontrare su un tram personalizzato di passaggio in Piazza VI Febbraio, a City Life, i vincitori del contest organizzato da quell’A|X Armani exchange di cui è testimonial.

Tra le sue ultime collaborazioni ci sono quella con Dua Lipa nel singolo “Scared to be lonely”, che ha totalizzato quasi 500 milioni di stream su Spotify, e la più recente “So far away” realizzata assieme un’altra leggenda del dancefloor quale David Guetta, oltre 85 milioni di scaricamenti grazie anche un video diretto da Damian Karsznia che contrappone il mondo reale a quello immaginato. Tredici milioni di follower e quel logo +x che molti adepti si tatuano sulle braccia, dicono che l’euforia di ventenne messa dall’eroe di “Animals” nei suoi mix è contagiosa. “Ma l’età in questo mestiere conta poco” assicura lui. “I miei idoli sono tutti cinquantenni, a cominciare dall’italiano Benny Benassi. A mandarmi su di giri è vedere le persone felici e sapere che è merito della mia musica. Ammetto che pure ascoltare un buon lavoro realizzato in studio mi esalta, ma niente è avvicinabile all’adrenalina di quando hai davanti migliaia di persone che la pensano esattamente come te”. Garrix usa due espressioni: parla di “club songs”, parlando dei suoi pezzi da ballare, e di “radio songs”, di quelli da ascoltare. Ma dal vivo dice di pescare sia dalle une che dalle altre, con l’ausilio di molti contributi video per far sì che Martin Garrix diventi pure “un’esperienza visiva”.

 

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