Il Duomo di Milano secondo Lucio Fontana

Voilà il bozzetto della Quinta Porta. E il restauro è in diretta

L’episodio di San Carlo che consacra il Duomo

L’episodio di San Carlo che consacra il Duomo

Milano, 27 ottobre 2018 - Lucio Fontana e il “suo” Duomo: un amore intenso, non sempre corrisposto o - meglio - capito per tempo. Così, a 50 anni dalla sua morte, la Veneranda Fabbrica del Duomo rende omaggio all’artista italo-argentino cercando di “sdebitarsi” per non aver realizzato la sua idea di Quinta Porta della Cattedrale, arrivata a parimerito con quella di Luciano Minguzzi ma “scartata” perché i milanesi «non l’avrebbero compresa».

“Arte Novissima, Lucio Fontana per il Duomo di Milano” è la mostra, allestita all’interno della Sala Gian Galeazzo del Museo del Duomo fino al 27 gennaio, curata da Michele Aversa, Giulia Benati e Massimo Negri col coordinamento di Elisa Mantia, e inserita all’interno del palinsesto comunale di “Novecento italiano”. È più di un’esposizione, sarà un “work in progress”: ad accogliere i visitatori è lo studiolo del restauratore. Non solo per la prima volta verrà presentato al pubblico l’ultimo bozzetto in gesso della Quinta Porta, creato da Fontana tra il 1955 e il 1956, che si considerava disperso e che è stato rinvenuto quest’anno nel Cantiere Marmisti, ma i visitatori vedranno la restauratrice Marta Berolatti al lavoro (col sostegno di Borsa Italiana) per ricostruire minuziosamente ogni episodio, formella per formella; è stato ritrovato anche l’originale supporto. «Terminerà il lavoro al rintocco dell’ultimo minuto di questa mostra, il 27 gennaio, è stato tutto calcolato», sorride l’arciprete del Duomo Gianantonio Borgonovo, ricordando il «debito di memoria nei confronti di Lucio Fontana»: «i geni devono sempre pagare quel “tasso di profezia” che portano con sé. Ne sa qualcosa anche un certo Leonardo da Vinci». Senza allontanarsi troppo dal Duomo. L’avventura creativa di Fontana per la Cattedrale si sviluppa su tre sezioni anticipate dal suo “biglietto da visita” con cui si presentò alla Fabbrica: Il fiocinatore realizzato nel 1934 e con cui vinse il concorso Tantardini.

Nella mostra, che ha ricevuto la medaglia del Presidente della Repubblica ed è ospitata nel cuore del Museo del Duomo, si possono ammirare il Cavaliere, alcune fusioni bronzee dei bozzetti, disegni preparativi, ma anche il bando di concorso del 1950 per la Quinta Porta, le sue lettere e le opere degli artisti coinvolti nella vicenda, Aurelio Mistruzzi, Francesco Messina ed Enrico Manfrini. «L’arte di Fontana fu all’epoca giudicata “novissima”, quasi che il suo linguaggio dirompente, dove le materie e le linee sembrano rompersi e fondersi con la luce, fosse eccessivo per una cattedrale così antica e, tuttavia, così nuova come il simbolo di Milano nel mondo. Ma in quel giudizio sta la consapevolezza di trovarsi di fronte a una personalità di incomparabile grandezza», ricorda il presidente della Veneranda Fabbrica, Fedele Confalonieri. Una «novissima arte» riconosciuta quando nel ’54 presentò i tre bozzetti in gesso per la Pala d’altare marmorea dell’Assunta, che il 3 novembre, in versione bronzea, sarà svelata e collocata sull’altare di Sant’Agata. Il progetto rimase incompiuto. «Non è stato eseguito purtroppo in marmo di Candoglia - ricorda monsignor Borgonovo - ma mostrando come sarebbe stato anche quell’altare rendiamo nuovamente omaggio a Lucio Fontana».

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