Lorenzo Baglioni, il mio sogno? Cantare con Piero Angela

Il cantante, ospite de Il Giorno, spiega i congiuntivi e la consecutio temporum

Lorenzo Baglioni

Lorenzo Baglioni

Milano, 25 marzo 2018 - Che io sia. Che io fossi. Che io sia stato. Lorenzo Baglioni, in redazione al Giorno, spiega la consecutio temporum da hit-parade di «Bella prof!», l’album che sta presentando nei teatri e che mercoledì prossimo lo deposita al Teatro Nuovo di Milano. Prima di questo disco i miei spettacoli si fondavano su monologhi comici e qualche canzone, ora, invece, l’impianto è quello del concerto vero e proprio, anche se qualche chiacchiera qua e là me la ritaglio lo stesso» spiega l’autore de «Il congiuntivo», 31 anni, che nel disco spazia dalla grammatica alla fisica alla matematica, unica materia in cui si dice veramente ferrato avendola insegnata per anni nei licei. «Mi chiedevo quale sarebbe stato in tour il successo di canzoni didattiche come queste e invece il pubblico si scatena ogni sera».

Com’è stato l’impatto di Sanremo su questo suo mondo?

«Ho un bellissimo ricordo. Sapevo l’importanza di quello che stavo facendo, ma anche la necessità di metterci un po’ di piacere per non rimanere schiacciato dalla pressione dell’evento. Per divertire devi divertirti tu per primo».

Grazie anche al Festival, fra i ragazzi il congiuntivo è diventato realmente un “segno distintivo” come dice la canzone oppure no?

«Non mi aspettavo che i miei pezzi avessero un valenza didattica, io li intendevo più come provocazioni; da ex docente, volevo dire che il mondo sta cambiando e quindi non può non cambiare pure il modo d’insegnare. E invece mi sono arrivati messaggi di studenti che, grazie alle mie canzoni, hanno preso 7 e mezzo all’interrogazione o di professori che le proiettano in classe sulla lavagna luminosa. Una sorpresa».

Potendo fare un concept-album didattico, su cosa lo focalizzerebbe?

«Visto che io sono laureato in matematica e mio fratello Michele, con cui scrivo i testi, è un chimico ricercatore, l’argomento sarebbe necessariamente scientifico. Probabilmente punterei proprio sulla matematica perché rabbrividisco quando sento dire: a che serve? Oggi se non sai chi è Dante sei un ignorante totale, mentre se non sai risolvere un’equazione di primo grado nessuno si scandalizza. E invece dovrebbero essere considerate due mancanze della medesima gravità. Debbo dire che ho mantenuto parallele le due attività insegnamento-spettacolo per tre-quattro anni, poi mi sono teso conto che potevo farne bene soltanto una e ho scelto la musica”.

Anche se con canzoni che insegnano cose.

«Già, il quinto postulato di Euclide dice che due rette parallele non s’incontrano mai mentre io, in qualche modo, sono riuscito a farle convergere. Ammetto che per un po’ di tempo l’insegnamento m’è mancato, ma ora è come se stessi facendo tutte entrambe le cose e sono soddisfattissimo».

Perché per spiegare in musica le leggi di Keplero ha sentito la necessità di creare una situazione artistica diversa, quella dei Supplenti Italiani?

«Diciamo che nella mia produzione un pezzo come «Il congiuntivo«, in cui sono Lorenzo Baglioni e basta, è un po’ un’eccezione. Gli altri poggiano spesso su una parodia di genere che ne aumenta l’effetto. Così, per raccontare Keplero, ci siamo inventati l’espediente di una boyband che spiega le teorie dell’astronomo tedesco alle teenager col cuore spezzato a cui le disavventure sentimentali non consentono di preparare adeguatamente il compito in classe. Questo perché sono convinto che la musica e l’ironia siano dei mezzi di comunicazione fortissimi e che si possano insegnare cose veicolando comicità».

Ed ora?

«Grazie a Sky Uno abbiamo girato tutti i videoclip di ‘Bella prof!’ per un ciclo di 12 puntate dedicata ciascuna ad un argomento didattico in onda prima dell’estate. Con mio fratello stiamo lavorando ad un libro Mondadori di divulgazione, da pubblicare ad ottobre. Un volume in cui prendiamo situazioni di quotidianità e le spieghiamo in modo scientifico; come capire, ad esempio, attraverso una rigorosa formula matematica se il ragazzo o la ragazza con cui stai dialogando su Whats App ci sta oppure no».

E i concerti?

«A Milano finiamo le anteprime di ‘Bella prof!’, nell’attesa di riprenderlo in autunno, dopo qualche data estiva, in un vero e proprio tour teatrale. Ad aprile, poi, tornerò in scena con ‘Bar Sport’ di Stefano Benni, ma già a maggio mi fermerò per scrivere il libro».

C’è un collega con cui le piacerebbe prima o poi mischiare le carte?

«Non è propriamente un mio collega, ma il sogno dei sogni sarebbe quello di tornare a Sanremo accompagnato al piano da Piero Angela. Oltre ad essere il mio mito, Angela è un grandissimo comunicatore e credo che le sue trasmissioni siano un bell’esempio di come la divulgazione scientifica può farsi spettacolo».

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