Milano, Ligabue e l’abbraccio di San Siro

Il giorno dei giorni: tappa dello Start Tour nel ventre in tumulto del Meazza

Ligabue

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Milano, 28 giugno 2019 - Il giorno dei giorni. Ligabue deposita stasera il suo Start Tour nel ventre in tumulto del Meazza prendendosi, davanti a spalti (finalmente) traboccanti, l’agognato riscatto sui languori di un giro di concerti nato sotto la cattiva stella, ma affrontato lo stesso col cuore impavido del guerriero. Tutto senza ricorrere, giura il management, al malcostume della distribuzione in quantità industriali di biglietti omaggio né motivando l’empasse con invasioni aliene ed altre argomentazioni sul filo del risibile. E davanti alla forza tellurica di un San Siro fremente poco importa che all’inizio il rocker emiliano di repliche a Milano ne avesse opzionate due. D’altronde, dati alla mano, davanti agli affanni di questa faticosa stagione pure i Muse e la coppia Pausini-Antonacci, potendo tornare indietro, riconsidererebbero forse la scelta di replicare i loro show nella Scala del calcio per due notti. Sono passati ventidue anni dal suo primo Meazza, ma Luciano assicura che la sensazione lì sopra è sempre la stessa.

«Strano, ma non sono ancora riuscito a trovare parole efficaci per descrivere esattamente cosa rappresenta per me quel momento in cui vedo i ragazzi lì di fronte, cantare, stonare, abbracciarsi, piangere, urlare, lasciarsi andare», ammette. «È davanti a quel campionario di emozioni umane che ho il senso più profondo dello straordinario privilegio di cui godo. Ho fatto più di 800 concerti, ma gestire un’attività live come la mia significa darsi una strategia, per evitare d’inflazionarsi. E questo, a volte, cozza con la passione».

Lo Start Tour di Luciano Ligabue conta sul potenziale di 32 brani e l’abbacinante apparato tecnologico di un palco alto come un palazzo di sette piani caratterizzato da sette schermi in cui un sistema luminoso ritaglia la doppia L delle sue iniziali (pure i figli li ha chiamati Lenny e Linda, perché suo padre era convinto che quella specie di 7 rovesciato portasse fortuna). Alle sue spalle i compagni di strada dell’ultimo tour de force, vale a dire Luciano Luisi alle tastiere, Federico Poggipollini e Max Cottafavi alle chitarre, Davide Pezzin al basso, più il nuovo arrivato Ivano Zanotti alla batteria. «La scaletta degli stadi è sempre un problema perché in spazi di quel tipo viene a sentirti pure un pubblico che forse non ritroverai più e a cui devi riuscire a trasmettere, oltre alle canzoni più famose, pure quelle nuove», spiega Mr Certe Notti, diventato frattanto su “Topolino” Liga Duck con la sua “Luci d’America” trasformata in “Luci di Paperopoli”. «Così stavolta mi sono affidato all’escamotage di due medley: uno voce e chitarra, con un repertorio abbastanza intimo, e uno in chiave club rock, che mi permettono al tempo stesso proporre le canzoni di ‘Start’ e di variare la liturgia dello show».

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