Floraleda Sacchi, arpa ed elettronica: "Gioco col registro delle emozioni"

La compositrice pluripremiata si esibirà domani per la prima volta nel cortile del Castello Sforzesco

Floraleda Sacchi

Floraleda Sacchi

Milano, 5 agosto 2020 - «Domani suonerò al Castello" racconta Floraleda Sacchi "E’ incredibile, Milano è la mia città, ho suonato in tanti posti diversi ma questa è la prima volta che partecipo a Estate Sforzesca". Arpista pluripremiata, compositrice, vincitrice di sedici premi internazionali fra cui un Latin Grammy Award, è anche l’ideatrice e direttrice artistica del Lake Como International Music Festival, in corso fino a settembre sulle rive lariane. Per la rassegna “Electroclassic Summer Night“, domani alle 20.30, nel Cortile delle Armi del Castello, proporrà un repertorio di sue composizioni insieme ad alcuni brani rivisitati di Olafur Arnalds, Ludovico Einaudi e Jim Perkins, accompagnata da suggestive proiezioni video. Come sarà la serata? "Ho già fatto le prove, il palcoscenico è gigantesco, io sarò minuscola: un puntino che suona. Ho scelto alcuni brani conosciuti e altri del mio nuovo repertorio, l’ultimo album è uscito a febbraio, poco prima della chiusura, pochi li conoscono; ci sarà un misto di elettronica e arpa, con sguardo verso il futuro". Quanto è importante, per lei, questo scambio musicale con altri compositori? "Fondamentale. Mi aiuta a mettermi in discussione, mi dona stimoli, idee. Sono ghiotta di vita, musica". Si esibisce in uno dei luoghi più suggestivi di Milano. "Lo spazio fa parte dell’ascolto, anch’esso ispira sentimenti; devi creare una relazione con l’ambiente che ti circonda, fa d’amplificatore alla tua musica e ogni artista deve saper valorizzare il posto in cui si esibisce. E poi ogni luogo ha il suo pubblico, al Castello è variegato, ci saranno persone che non mi conoscono, per il Cortile delle Armi cambio il registro delle emozioni, propongo diversi generi musicali". E come sceglie quelli per il Lake Como International Musica Festival? "La rassegna ha un’impronta turistica marcata, sul lago non ci sono teatri o sale concerti, quindi dialogo con l’intero territorio". Cosa le ha dato la creazione e la direzione artistica di un festival? "Mi ha insegnato tante cose che hanno cambiato il mio modo di essere interprete. Oggi capisco meglio le necessità dell’organizzazione e quando sono in concerto cerco di rendere tutto più semplice. So esattamente cosa accade dietro le quinte, questo mi rende più forte, libera e fluida in scena". La sua musica spesso s’ispira alla natura. "L’aver avuto un papà botanico è stato meraviglioso. Fra i ricordi più belli della mia infanzia ci sono i viaggi in giro per l’Europa e l’Italia alla scoperta di parchi e giardini, conosceva tutti i giardinieri, trascorreva molto tempo con loro e intanto io m’immergevo nei profumi, nei colori e nelle forme delle piante pensando di essere in paradiso. Un’esperienza sensoriale che è entrata nella mia musica".  

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