Milano, film con il telefonino: boom di partecipanti da tutto il mondo

Smartphone, droni e tablet: le opere al MiMo-Milano Mobile Festival

Massimo Caporale e Massimiliano Maderna, ideatori del Milano Mobil Film Festival

Massimo Caporale e Massimiliano Maderna, ideatori del Milano Mobil Film Festival

Milano, 22 settembre 2018 - Forse un perfezionista come Hitchcock avrebbe storto il naso, un maniaco dei dettagli come Kubrick avrebbe criticato magari il metodo. Ma un visionario come Fellini o un sognatore come Burton apprezzerebbero l’idea. Spielberg ci farebbe forse un film dal lieto fine, raccontando la storia di due disoccupati, entrambi con una laurea in tasca che non gli è servita a molto, che riescono a realizzare il sogno della loro vita di “fare cinema”, dicono in coro Massimo Caporale e Massimiliano Maderna. Una vita tra lavoretti precari, con le lauree in Filosofia e Scienze Naturali rimaste appese. Entrambi 44 anni, hanno deciso di fare un passo coraggioso: realizzare il Festival del Cinema con smartphone, droni e tablet. Lo hanno chiamato MiMo-Milano Mobile Film Festival e all’inizio pensavano «di “raccogliere” qualche decina di film, al massimo un centinaio, per dirla grossa». E invece di film in concorso (da inviare entro il 5 ottobre a www.mimofilmfestival.it) ne sono arrivati più di mille, da tutto il mondo. «India, Africa, Sud America, persino villaggi sperduti in Medio Oriente – elenca Massimiliano –: le opere sono arrivate da 90 Paesi, neanche fossimo l’Expo». Un successo travolgente, calcolando che non si vince nulla, se non la possibilità di farsi conoscere. «È questo il bello - aggiunge l’aspirante regista -, hanno partecipato come esigenza di esprimersi».

Tantissimi i film arrivati dall’India e dall’Africa che sono «un grido di aiuto. I documentari denunciano le situazioni delle spose bambine, della condizione della donna, delle violenze, ma anche delle conseguenze dell’inquinamento. E poi ci sono le storie che sono un pugno allo stomaco: come il ragazzo palestinese con il sogno di fare il giornalista che la famiglia frena». L’idea del Mobile Festival, «il primo in Italia», dicono loro orgogliosi, è di «far capire che un capolavoro può celarsi anche dietro i mezzi più semplici». Un’idea contemporanea, che asseconda i tempi moderni e «l’esigenza di esprimersi anche di chi non ha potenti strumenti». Un’idea che è piaciuta anche all’ufficio scolastico regionale che ha promosso l’iniziativa in tutte le scuole medie e superiori attraverso una circolare firmata dal ministro dell’Istruzione Marco Bussetti. «Per le scuole stiamo preparando un’app-tutorial dedicata ai ragazzi che vogliono fare cinema con lo smartphone – racconta Massimo –. Attraverso la app spiegheremo i trucchetti, la grammatica del cinema. Un esempio? Per fare una carrellata, basta usare uno skateboard». Insomma, tutto è in evoluzione e ai due 44enni sembra di vivere un sogno. Tuttavia, ora che hanno in mano una Ferrari, gli manca la benzina: «Ci piacerebbe proiettare i lavori in base a serate tematiche, organizzare una premiazione con riconoscimenti concreti: ci servono sponsor», ammettono i due organizzatori che lanciano un appello: «Il mondo del cinema è spietato, abbiamo preso tante porte in faccia. Ora che abbiamo aperto uno spiraglio, bisogna provare a crederci».

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