"Pausini, Tozzi, Elodie... Scrivo canzoni per i big nella mia casa sui Navigli"

Federica Camba è una delle autrici più profiliche: Milano è la mia America. Ci sono canzoni che “mi scelgono” anche come interprete

Federica Camba

Federica Camba

Milano, 11 luglio 2020 -  Dice che Milano è la sua America. La sua isola trovata. Nata però a Roma e cresciuta a Cagliari, Federica Camba è approdata sui Navigli a tredici anni e da allora non s’è più mossa. È una delle autrici più prolifiche della canzone italiana - con un carnet d’interpreti in bilico tra la A di Amoroso e la T di Tozzi che non tralascia Elodie, Emma, Morandi, Nek, Pausini e tanti altri ancora - che ogni tanto si regala preziose parentesi soliste come la nuova “Facci caso”, mandata in radio con un nuovo nome d’arte: La Camba.

Alla Siae iscritta col cognome paterno, ma in scena usa quello della madre, perché? "Perché fin da quando i miei si sono separati, avevo più o meno sette anni, ho sempre vissuto con mia madre e pure a scuola non mi chiamavano mai Federica Frantoni, ma sempre Federica Camba anzi “lacamba” tutto attaccato".

I singoli a suo nome sono una vacanza dall’autrice di successo, oppure? "Oppure. Innanzitutto, ci sono canzoni che mi “scelgono” pure come interprete. E poi, avendo una mia dimensione rispetto a quella degli artisti per cui scrivo, a volte nascono dei testi troppo aderenti a quel che sono per trovare destinazioni diverse. Un pezzo come “Facci caso” non avrei potuto darlo ad altri, piuttosto l’avrei lasciato chiuso nel cassetto".

Durante l’isolamento ne sono venuti altri? "Sì, ma tutti su di me. Evidentemente quei 75 giorni chiusa nella mia casa in zona Bocconi-Navigli hanno rappresentato un momento di forte introspezione. Oppure la costrizione a quel fermo-immagine mi ha spinta a buttare fuori tutto quello che avevo via via accumulato in chissà quanto tempo".

Arriverà un “album del lockdown”? "Non so se le canzoni del prossimo disco nasceranno tutte dalle idee partorite durante i fatidici 75 giorni, ma di sicuro ci sarà un nuovo album. Credo che l’autenticità di quel che si fa rappresenti l’unico mezzo per essere felici. Ed è quello che sta facendo questa canzone".

Di autori ce ne sono diversi, quali stima di più? "Roberto Casalino è molto forte, ma anche Daniele Magro ha tante cose da dire, così come Giulia Anania e Giuseppe Anastasi".

Tra le tante canzoni date ad altri ce n’è qualcuna a cui tiene particolarmente? "Scrivo sempre pensando a me, poi se mi accorgo che la cosa non è poi tanto autobiografica mi guardo intorno per capire a chi potrebbe andare bene. Quando ho sentito Alessandra Amoroso interpretare “Stupida” o “Immobile”, ad esempio, è stato come vedere una scintilla. Due cantautori che mi hanno fatta felice cantando le mie canzoni perché li ascolto fin da bambina sono Luca Carboni e Marco Masini".

Contenta di com’è andato Masini a Sanremo con “Il confronto”? "Sono stata felice di come l’ha interpretata, ma non del 15° posto perché penso che avrebbe meritato maggior attenzione".

L’artista per cui le piacerebbe scrivere? "Mi piacerebbe tanto comporre e duettare un pezzo con Paolo Nutini, perché lo trovo fenomenale. Voltando la domanda al contrario, invece, le canzoni che avrei voluto scrivere io sono tutte quelle di Fossati e di Dalla".  

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