Il trombettista Bosso: "Marley, Davis e il mio We 4. Sognando di tornare sul palco"

Il musicista è coinvolto nel progetto musicale solidale “Music for love“

Fabrizio Bosso

Fabrizio Bosso

Milano, 22 gennaio 2021 - Questo articolo è contenuto nella newsletter "Buongiorno Milano".  Ogni giorno alle 7, dal lunedì al venerdì, gli iscritti alla community del «Giorno» riceveranno una newsletter dedicata alla città di Milano. Per la prima volta i lettori potranno scegliere un prodotto completo, che offre un’informazione dettagliata, arricchita da tanti contenuti personalizzati: oltre alle notizie locali, una guida sempre aggiornata per vivere in maniera nuova la propria città, consigli di lettura e il commento di un ospite. Per ricevere via mail la newsletter clicca su  www.ilgiorno.it/buongiornomilano   È un giro del mondo in 14 tappe, un puzzle di 14 tessere, una cartolina colorata a mano con 14 pastelli diversi quella di “Music for love: vol. 1”, il progetto musicale solidale sul mercato da oggi col sostegno degli eredi di Bob Marley. I proventi dell’iniziativa, nata nell’autunno del 2019 dall’imprenditore tessile Franco Nannucci e da Stefano De Donato dei Dirotta Su Cuba dopo un’esibizione della band di “Gelosia” al Blue Note, andranno infatti a favore della Ghetto Youths Foundation dei fratelli Stephen, Damian e Julian Marley e della Fondazione Fabrizio Meoni Onlus col coinvolgimento di 29 artisti di otto nazionalità diverse. Da notare le presenze di Fabrizio Bosso, tromba, Riccardo Onori, chitarra (di Jovanotti), Gianluca Petrella, trombone, oltre che dei Dirotta Su Cuba.

Bosso, chi o cosa l’ha trascinata in questo progetto? "È stato Nannucci, che aveva coprodotto un mio disco in trio, ad introdurmi alle contaminazioni di questo album, realizzato durante il lockdown. E l’opportunità di fare qualcosa per gli altri mi è piaciuta subito". Ma gli orizzonti di Damian & Co. non sono distanti dai suoi? "Nella musica quando ci sono sostanza e profondità c’è tutto; dove c’è verità, come in quella dei Marley, è facile far incontrare mondi musicali diversi". L’album omaggia Marley, ma pure Miles Davis, Michel Petrucciani, Ray Charles. "Sono molto grato a Stefano De Donato per il lavoro di produttore. In ‘Dreaming Miles’ è andato a recuperare sonorità degli anni Ottanta. Per un trombettista avvicinarsi a Miles è sempre pericoloso, ma io ho provato a farlo senza spersonalizzarmi più di tanto". Due mesi fa è uscito pure il suo “We 4”, registrato il giugno con l’illusione che le cose stessero migliorando. "Nelle registrazioni col mio Quartetto sono riuscito a sfruttare l’entusiasmo della fine del lockdown e del ritorno sulle scene. Poi, quando l’album è finalmente arrivato sul mercato, tutto s’è fermato di nuovo. L’unica consolazione è che certi dischi non invecchiano e che potremo riprendere a suonarlo proprio da lì dove abbiamo lasciato". Nel frattempo? "Mi tengo in allenamento suonando in streaming, stasera mi esibisco in tv a ‘Propaganda Live’, e la settimana prossima registro a Milano con Fabio Concato un brano del cugino di Jannacci".

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