Niente illusioni, le emozioni della vita real al chiaro di "Luna"/ VIDEO

Il video dell'ultimo singolo di Fab, sognando piccoli flashmob dai moli sul mare agli angoli suggestivi di Milano per "tornare a essere umani"

Milano, 26 giugno 2020 – Le sue canzoni non sono cornetti, mojito ed estate. Sono “qualcosa di profondo, costruttivo”. Sono “esperienze che nascono dal bisogno di buttar giù su un foglio le mie sensazioni e i miei stati d'animo”. Con l'ambizione e la speranza di “poter fare stare bene anche altre persone”.

Fab, all'anagrafe Fabrizio Fabiano, si presenta come “musicista e cantante da quando sono ragazzino”. Lo preferisce a cantautore, lui che nella sua Liguria è cresciuto con “mostri sacri” come De André, ma anche con gli spartiti di Vasco, Venditti, Battisti. E oggi, dopo aver superato i 200mila streaming su Spotify in un mese con la sua “Mente” entrando nella Top 20 dei singoli più venduti in Italia, Fab torna per Sony con “Luna”, una canzone elegante dove la notte, i palazzi, il vino rosso, i gatti e una bella ragazza sono adagiati – quasi in slow motion – sul tappeto musicale cucito da Mario Natale e Davide Ravasio.

Un pezzo scritto d'istinto “e poi mi sono addormentato come un bambino in mezzo ai fogli”, “dedicato alla luna che accende quello che ho dentro, che illumina i pensieri che, invece, il sole brucerebbe”. Poche note, ma soprattutto atmosfera, semplicità: “Non mi piace ostentare, non sono ossessionato dal successo, le cose me le devo godere”. Eppure “oggi è diventato tutto come delle mini porzioni da aeroplano, tutto veloce – lo sguardo di Fab -. Si è persa l'originalità di essere un umano, con i social che ci hanno tolto il piacere di conoscere e scoprire una persona. La gente ha smesso di sognare”.

Lui, invece, i sogni continua a coltivarli. Come terapia. Anche se “non sono in grado cantare inni alla gioia per ritrovare la felicità – confessa -, sono consapevole che per risolvere i problemi non basta crearsi illusioni e che non esistono distrazioni che mascherano ciò che è reale”. Ecco, appunto, “Luna” è una sorta di presa di coscienza ad accettare le situazioni per quello che sono, per poi poterle affrontare e risolvere”.

Così Fab si immagina di salire sul tetto di un palazzo con un calice di vino rosso e la luna come sfondo, “tutti elementi che mi mettono una sorta di pace, proprio perché per me scrivere è una cura per il cuore, una medicina per l’anima”. Fab parte da lì, con il sogno di mettersi in viaggio, magari con la sua Vespa 125 e la chitarra, e portare le sue emozioni in piccoli angoli suggestivi di Milano, sui moli dei laghi o sul mare. Aspettando il tramonto e la luna.  

 

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