Enzo Miccio: io, un napoletano all’ombra del Castello Sforzesco

Il wedding planner: "Le notti in coda per un biglietto alla Scala, la moda, la libertà. Questa signora bella e discreta è la mia città"

Enzo Miccio, 48, stilista, wedding planner e conduttore, su Rai2 con Pechino Express

Enzo Miccio, 48, stilista, wedding planner e conduttore, su Rai2 con Pechino Express

Milano, 7 aprile 2020 - «Ho la fortuna di avere lo studio vicino al Castello Sforzesco e vederlo in tutte le ore del giorno e della notte, perché esco dall’ufficio a tarda ora, è veramente una roba fantastica! Tra l’altro c’è un bel progetto pirotecnico, che lo mette in luce in modo splendido". A parlare è il noto wedding planner, stilista di abiti da sposa, conduttore tv Enzo Miccio, che proprio quest’anno compie vent’anni di carriera e la cui partecipazione possiamo apprezzare a Pechino Express, su Rai 2.

Un ricordo legato a Milano. "Le mie notti fredde trascorse fuori dalla Scala, in coda con i miei amici del loggione, per acquistare i biglietti".

La città è il tempio di… "Di libertà totale, forse perché così l’ho vissuta all’inizio. Sono di origine napoletana e vivo a Milano dalla fine degli anni ’80. Avevo diciott’anni ed ero assetato di libertà e di novità. E per tanti anni la metropoli ha rappresentato per me qualcosa di nuovo".

Cosa le piace di Milano? "È la mia città, dove l’arte, la moda, la cultura, l’architettura da non trascurare - perché Milano è proprio bella architettonicamente - convivono in modo armonioso, senza nessun eccesso ed alcuna prevaricazione. L’arte è un’arte mai troppo gridata, sempre nascosta; la moda forse è quella più riconosciuta nel mondo intero. E poi apprezzo la bellezza degli scorci, il Castello Sforzesco, il Duomo, piuttosto che costruzioni più recenti, come la Torre Velasca, che vedo dal terrazzo di casa mia".

Come vestirebbe la città? "Adopererei un tessuto che lasci intravedere tutta la sua bellezza e non la comprometta. Quindi romantico, leggero, come il tulle, che è una nuvola, ma nel contempo trasparente".

Se la dovesse definire con un gioiello? "Non direi una pietra banale, perché la metropoli solo se la conosci bene ti sorprende. Mi piacerebbe forse un diamante fancy, che ha diverse colorazioni, perchè solo un intenditore può apprezzare il suo aspetto più esclusivo. In Italia, Milano penso che sia il contenitore più eclettico che abbiamo. Quindi, un fancy rosso, una pietra preziosa, di cui molti non sanno l’esistenza. Infatti, Milano è una città solo per intenditori".

Da wedding planner cosa faresti per migliorarla? "Ultimamente mi piace così tanto. Siccome la attraversavo - prima dell’emergenza - da un capo all’altro in motorino, forse avrei un occhio più attento alla sicurezza delle strade, benchè siano abbastanza in ordine".

Se dicessi luci ed ombre della città… "Mi collegano al Parco Sempione, bello soprattutto d’estate, al crepuscolo. Nel momento in cui si dirada la presenza delle persone e la luminosità decresce nelle giornate lunghissime, proprio in quel momento si nota il passaggio tra la luce del giorno e l’illuminazione del parco".

La sua città nascosta? "I cortili, i giardini e tutto quello che si può scorgere, assaporare, vivere nel momento in cui si oltrepassa il portone di ingresso di un palazzo. All’interno c’è un mondo, che ho scoperto curiosando. E, poi, mi affascina il Chiostro in via Cappuccio. Milano al di fuori è una signora bella, ordinata, elegante e discreta, ma quando si entra in casa sua ci si accorge che è anche preziosa, ha una storia".

Milano, il design e la moda… "È la patria del prêt-à-porter, ha dato i natali a brand, ad aziende che tutto il mondo ci invidia. Penso ad Armani il cui buon gusto e l’eleganza sono nati in questa città, dove ha costruito la sua brillante carriera estesa poi in tutto il mondo. È solo uno degli esempi, ma Milano ha dato a tanti designer la possibilità di potersi esprime in libertà".

Di che colore è la città? "Non ha un colore ben netto: un grigio, un azzurro Armani, senza una nuance definita". 

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