Elisa a Milano, tra la ninna nanna a Dumbo e un tour "intimo" nei teatri

Elisa, tra la ninna nanna a Dumbo e un tour «intimo» nei teatri

Elisa Toffoli: la Mattel le ha dedicato una Barbie «role model»

Elisa Toffoli: la Mattel le ha dedicato una Barbie «role model»

Milano, 30 marzo 2019 - Il circo dei Fratelli Medici alza il suo tendone alla Bicocca. O meglio, a planare martedì e mercoledì agli Arcimboldi è Elisa che, con la sua voce da sirena, nel “Dumbo” di Tim Burton doppia Miss Melis e canta “Baby Mine”, tema portante pure della colonna sonora originale arrivata nel ’41 fino all’Oscar. «Reinterpretare Baby Mine è stato un po’ difficile perché la versione originale ha dentro delle armonizzazioni di una scrittura musicale che appartiene agli anni ’40 – spiega lei –. Ho lasciato il testo intatto, aggiungendo un arrangiamento un po’ più scuro in omaggio al regista americano, mente crepuscolare visionaria che amo moltissimo. L’utilizzo di un microfono Copperphone ha poi dato al tutto un suono ovattato, aggiungendo una punta di mistero».

In replica agli Arcimboldi il 6 e 7 maggio, lo spettacolo della cantante giuliana sarà pure al Gran Teatro Morato di Brescia il 16 e 17 aprile e al Creberg di Bergamo il 26 e 27 aprile (con appendice straordinaria il 30 maggio). All’insegna del sold-out. Nove dei pezzi in repertorio affiorano dall’ultimo album “Diari aperti”, intitolato così perché «nel riaprirli dopo tanto tempo, m’ha commosso scoprire come il tempo non abbia scalfito certi legami e sentimenti». La forza di un disco senza filtri, scritto sulla pelle. «Probabilmente il mio più intimo e autobiografico; quasi un dialogo con me stessa – giura lei –. Tutto è partito dalle parole, dai testi. In qualche modo “Diari aperti” è un concept-album, il racconto di come sono. In questi brani racconto la mia esistenza, la mia fragilità, il mio essere allegramente confusionaria, l’amore per la mia famiglia e per mio marito. Insomma, il manifesto di come sono. Ecco perché in scena ho voluto quei diari pure sullo schermo; per tracciare un racconto, anche visivo, della mia vita. La scelta dei teatri è legata all’intimità dell’album e ci sono voluti due mesi d’intenso lavoro per mettere in scena lo show; nella prima parte sto seduta anche per una questione di canto, perché la posizione stimola anche un tono confidenziale, mentre nella seconda vado incontro al pubblico. Sono contenta che la gente si alzi, che partecipi, è il repertorio delle hit a chiederlo».

Frattanto la Mattel le ha appena dedicato una bambola, con lo stesso look della vittoriosa finalissima a Sanremo 2001, rendendola a tutti gli effetti un’icona. Barbie girl, ma non «in a Barbie world», come Elisa ha ribadito a Catania ricordando durante il concerto l’aberrante omicidio di Nicoletta Indelicato, picchiata, uccisa e bruciata a 25 anni. «I teatri rappresentano una dimensione semplice, nuda e cruda, nella quale riesci davvero a metterti alla prova – giura –. Avevo detto che questo tour sarebbe stato una sorta di check-up sul mio stato di salute, mentre ora che ci sto in mezzo, e siamo ad un quarto del viaggio, ho scoperto di stare meglio di quando sono partita, di sentirmi forte». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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