Drusilla Foer: "Io, dea ironica, vi farò ridere e pensare"

Al Leonardo con “Venere Nemica”, testo ispirato alla favola di Apuleio “Amore e Psiche”

Drusilla Foer attrice, cantante e autrice torna in teatro dal 16 al 19 gennaio

Drusilla Foer attrice, cantante e autrice torna in teatro dal 16 al 19 gennaio

Milano, 10 gennaio 2020 - Venere senza pelliccia. "Ho fatto la bischerata di far sapere a tutti che sono animalista e non posso tornare indietro", ammette Drusilla Foer parlando della dea in tailleur che porta in scena al Teatro Leonardo dal 16 al 19 gennaio. Si tratta della sua seconda prova autorale “Venere Nemica”, testo ispirato alla favola di Apuleio “Amore e Psiche” riletta in modo "croccante, ironico, sarcastico, con passaggi di una crudeltà di cui mi vergogno". Insomma "allegro sì, ma non ridanciano". Direzione artistica di Franco Godi. "Come dice Drusilla, io sono quello che si occupa del suo “patetico caso”, scherza Godi. "Se in “Eleganzissima” era se stessa e interpretava canzoni legate ad episodi della sua vita, in “Venere Nemica” interpreta un personaggio".

Drusilla, perché Apuleio? "Ho scritto questo testo senza pensare d’interpretarlo, volando indietro col pensiero al tempo in cui quella favola me la raccontava Olga, russa vanitosache di cognome faceva Pavlova, come la grande ballerina. Rileggendola ci ho trovato temi interessanti da sviluppare come la mortalità e l’immortalità, la bellezza, l’amore, l’anima e la sessualità. Si scrive per consapevolezza o per totale incoscienza; il mio è il secondo caso".

Che Venere è la sua? "Interpreto il personaggio decisivo della storia, quello della “str**za”. Come in tutte le favole, infatti, c’è una figura-chiave, quella che scatena il dramma. La mia è una dea un po’ sfigata rinchiusa in fondo al mare. Una ex bona, un’immortale incavolata con la sua “deità” che l’ha resa rancorosa e vendicativa. La vedo come una favola con tutti i contenuti dell’oggi".

Quanto c’è di personale? "Qualche transfer salta fuori, ma è solo frutto di una modesta psicanalisi. Ho cercato di tenere Drusilla sotto controllo per provare a fare uno spettacolo di contenuti".

Ma cosa pensa quando va in scena? "Mi torna alla mente quando, nella primavera del ’75 al Bobino di Montparnasse, vidi l’ultimo spettacolo di Joséphine Baker. Aveva 68 anni e iniziava lo spettacolo cantando “Me revoilà Paris”. Parigi sono tornata. Temo sempre che qualcuno possa pensare “rieccola”, ma la “Venere Nemica” dura solo 80 minuti e quindi non occorre troppa pazienza".

La regia è di Dimitri Milopulos. "In quanto ego-riferita, non avevo mai pensato di lavorare con un regista. Ma siccome con l’età quella di parlare di sé è un’attitudine che non va certo a migliorare, ho pensato di affidarmi a Milopulos".

In scena è affiancata solo da Elena Talenti. "Sì, interpreta la cameriera che asseconda le mie urgenze, i miei bisogni, i miei desideri di champagne. Ci muoviamo in una scena caratterizzata da un’unica, stratta, lunghissima tenda centrale. Un ibrido multiuso. Quanto ai costumi Venere punta sul bianco perché l’idea del peplo gli è rimasta. Si parte da un tailleur bianco e poi abiti in crescendo. Perle a volontà perché, come dice, a qualcosa sarà pur servito nascere in una stupida conchiglia".

Parolacce? "Almeno cinque… ma ripetute molto spesso".

Intanto è ospite fissa nel programma di Piero Chiambretti “CR4 – La Repubblica delle Donne”. "Non sono una battutista, Chiambretti l’ha capito e mi ha ritagliato nella sua trasmissione un ruolo su misura. Davanti alle telecamere giochiamo a detestarci, ma la nostra è una bella amicizia".  

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro