L'INIZIATIVA / Parole e pensieri ai tempi del coronavirus: "Regole"

Hanno scritto per noi, tra gli altri, Andrea Bocelli, Giorgio Armani, Ornella Vanoni, Giovanni Gastel, Gianni Canova e Giulio Giorello

Il drammaturgo, regista e attore Massimiliano Finazzer Flory

Il drammaturgo, regista e attore Massimiliano Finazzer Flory

Milano, 24 marzo 2020 - Una parola al giorno per trenta giorni, un mese di riflessioni e pensieri che andranno a costruire una "letteratura del ricordo". È l’invito che Massimiliano Finazzer Flory, regista e attore teatrale, lancia ai lettori in collaborazione con Il Giorno. Il drammaturgo propone una parola di stretta attualità legata al Covid-19, invitando i lettori a scrivere un breve pensiero (600-700 battute) in merito. Le riflessioni, da inviare all’indirizzo mail redazione.internet@ilgiorno.net, saranno pubblicate online e contribuiranno a costruire una memoria collettiva di com’erano la Lombardia e l’Italia ai tempi del coronavirus, accanto ai contributi che di giorno in giorno manderanno alcuni personaggi della cultura e dello spettacolo.

La parola odierna è REGOLE. Fino ad ora hanno scritto per noi: Giorgio Armani, Andrea Bocelli, Salvatore Veca, Ornella Vanoni, Dan Peterson, Antonella Boralevi, Laura Valente, Maria Rita Parsi, Gianni Canova, Gianni Quillico, Silvia Pascale, Stefano Bruno Galli, Edoardo Zanon, Fabio Scotto, Gilda Bojardi, Ico Migliore, Marconcini Alberto, Rosario Pavia, Giovanni Gastel, Giulia Carli, Pino Farinotti, Stefano Boldorini, Alberto Mattioli, Alberto Uva, Alessandra Miorin, Roberto Cacciapaglia, Sabrina Sigon, Angelo Argento, Anna Maria Cisint, Ilaria Guidantoni, Ivano Giulio Parasacco, Lavinia Colonna Preti, Letizia Moratti, Massimo G. Cerutti, Paolo Del Brocco, Pierluigi Biondi, Jacopo Rampini, Roberto Zecchino, Carlo Robiglio, Salvatore Carrubba, Corrado Sforza Fogliani, Giulio Giorello, Lorenzo Maggi, Alessandro Daniele, Alberto Mingardi, Monica Stefinlongo, Cesare Balbo, Elena D'Incerti, Alessandra Miorin, Giuseppe Mojana, Spartaco Rizzo, Edoardo Boncinelli, Giulia Malaspina, Marco Nereo Rotelli, Michela Lucenti, Giorgio Piccaia, Silvano Petrosino, Alessandra Marzari, Ariane, Deborah Cocco, Filippo Del Corno, Michele, Alessandro Pancotti, Maria Giulia Comolli, Franco Masanti, Alessandro Gabrielli, Girolamo Sirchia, Santo Rullo, Sabrina Sigon, Alessandro Daniele, Dori Ghezzi, Katia da Ros, Antonio Francesco Pollice, Maria Pia Ciaccio, Red Canzian, Cristina Veronese, Barbara Dei Rossi, Paolo Coppo, Carolina Labadini Mosti, Spartaco Rizzo, Roberta Usardi, Claudio Formisano, Roberto Rinaldi, Alberto Marconcini, Ilaria Massi, Giuseppe, studente di filosofia all'università Vita-Salute San Raffaele, Cristina Settanni, Cristina Salvador, Carmen, Alex Salmini, Eugenio Astorino Tutoli, Sofia Aloi, Lory, Cristina Barletta, Rosanna Calò, Graziano Camanzi, Raffaella, Miriam Merlo, Clara Canna, Riccardo.

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Affrontare un tema importante come quello del nostro rapporto con le regole, a maggior ragione in un momento cosi grave, ti espone al rischio della retorica inutile. Mi scuso, in anticipo, se dovesse accadere. In questi giorni molti non rispettano il richiamo a rimanere in casa e, incuranti del rischio, continuano a uscire senza motivo e, spesso, a formare gruppi. La regola, da sempre, è più facilmente rispettata se non mi costa fatica o se non limita quelli che credono siano miei diritti. Come quando in una squadra di basket un giocatore ti fa capire che non si sforza in difesa per essere più fresco in attacco…. In una squadra vera un giocatore così dura poco e spesso sono quei due o tre compagni di maggiore personalità che lo mettono al proprio posto… spesso prima ancora che debba intervenire l’allenatore. E, nelle squadre dove questo non accade, magari perché l’egoista teoricamente segnerà dei canestri importanti, quelli che sgobbano si sentono fessi. Metafora di quello che viviamo ogni giorno. Quindi? Farsi giustizia da soli come all’Ok Corral? Continuare a sperare in norme rigide e applicate con severità? Perché solo davanti al baratro accettiamo di stare più in casa e mantenere le corrette distanze? Perché diventare migliori quando non possiamo essere oltremodo peggiori? Nello sport alleniamo e giochiamo, vivendo una metafora al ribasso di vicende umane ben più importanti, sperando ogni giorno che si arrivi ad una accettazione consapevole delle regole, senza doverle imporre in continuazione usando la panchina come deterrente. L’augurio è che quando potremo tornare ad una vita normale cercheremo di non dimenticare questi giorni e cercheremo più rispetto reciproco, tolleranza, autodisciplina. Lo dobbiamo prima ancora che a noi stessi, a chi non sarà più tra noi e a tutti coloro che stanno combattendo in prima linea.

Ettore Messina, coach e presidente Basketball Operations Olimpia Milano

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Regole Sono il ‘dovere’ nella costanza, quindi il regolo – righello – permette di tracciare linee e quanto è regolare è ‘giusto’, funziona ed è rassicurante, come le règles in francese indicano in ciclo femminile, alludendo alla fertilità, all’armonia della natura. In generale sono lo strumento garanzia di convivenza e di civiltà che si struttura intorno a costituzioni, regolamenti che disciplinano i raggruppamenti e nella tradizione cristiana le norme che organizzano la vita spirituale. L’insofferenza alle regole è nondimeno naturale, segno della spinta all’affermazione dell’io, guizzo  dell’ingegno. Essenziali per i bambini perché di fronte al limite imparino a lottare. Sono dure quando imposte e così Socrate bevve la cicuta sottomettendosi all’autorità pubblica e insegnandoci a cambiare insieme le regole e a condividerle. Quelle più importanti sono interiori, non meno dure, ma scelte consapevolmente. Parola di un’anarchica autodisciplinata.

Ilaria Guidantoni, giornalista e scrittrice del Mediterraneo

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Nuovamente questa parola ci porta a pensare che ci sono alcune regole fondamentali che dovremo sempre, in qualsiasi situazione, rispettare, come appunto, il RISPETTO degli altri, di chi ci sta intorno: a casa, al lavoro, per strada, in metropolitana, nelle aule scolastiche…. il rispetto degli anziani, quello verso nostra madre e nostro padre. Fino ad oggi, le regole fondamentali del buon senso, erano stato completamente dimenticate, non erano più nel nostro orizzonte culturale. Oggi, forse, iniziamo a riflettere. Le regole richiamano al concetto di "limite", di "confine" da non superare per non superare il confine, il limite dell'"altro". E l'"altro" molte volte, anzi direi sempre è DIVERSO da noi, non è uguale a noi, è appunto ALTRO da noi, con il quale delle volte ci completiamo. Il termina "regole" mi fa venire in mente un altro termine come "dovere", anzi credo che i due termine sono un binomio. Senza comprendere cos'è il dovere non possiamo pervenire al rispetto delle regole e alle conseguenze di chi non le rispetta. Vedete come le parole "regole", "dovere" e "rispetto" stiano strettamente legate tra loro.  Io sono un cittadino milanese che abita nelle case popolari e credo che per davvero in questi luoghi dove non Dio, ma lo Stato, le istituzioni sono state colpevolmente assenti e il tempo in cui viviamo, cioè quello del coronavirus, ci debba far pensare alle REGOLE, al DOVERE e al RISPETTO. Ora o mai più.

Luciano Vacca

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Il primo pensiero mi porta alla regola delle 3 "r" del Dalai Lama: - rispetto per te stesso - rispetto per gli altri - responsabilità per le tue azioni Difficile, vero? Erich Fromm ha scritto: il rispetto esiste solo sulle basi della libertà.

Fabrizio Gramigni, Torino

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«Le stelle, stasera; era da un po' che non le vedevamo così». «Così come, dopocena? Così, soli io e te?». «E i cani? Non sapevo che ce ne fossero così tanti, nei paraggi». «Per forza, prima non eri mica tu a portarlo fuori». «Sai com’è, a tornare per cena, e doverla pure preparare». «Un tempo, appena sposati, mangiavamo involtini. C’erano anche le patate arrosto, un tempo». «Non ti sei mai lamentato; pensavo che anche per te le nostre fossero giornate perfette». «Al telegiornale hanno appena annunciato che ancora un paio di settimane e sarà finita. Basta regole». «Potremmo pensare di essere altrove, potremmo desiderare che non passino così in fretta queste settimane. Guarda le colline, là in fondo, così scure. Quando è stato, tre anni forse. Passeggiavamo sul bordo del fiume, la sera, e non volevamo tornare». «Poi, finita la cena, dopo sei subito al computer; non si può proprio sfuggire, a quel computer». «Lavoro, mica faccio altro. Senti la vicina, grida; mi dispiace, costretta a casa con quel marito. Nemmeno qualche soddisfazione, poveretta!». «A ognuno la sua». «Vicina?». «Soddisfazione». «Chissà come saremo noi, dopo questa storia; forse ci vorremo ancora più bene». «Certo. Io lo vorrò senz’altro anche alle panatine pronte al ragù». «Dai pensaci; fossimo in vacanza, se fossimo davvero in vacanza invece che in quarantena, dove ti piacerebbe trovarti in questo momento?». «Ti ricordi lo chalet di Corrado, quello che si raggiunge solo a piedi; ecco, vorrei esseri lì». «L’ultima volta che ci siamo stati, al terzo chilometro mi è quasi partito il menisco. Nella spesa online hai messo anche le gommose per me?». «Ho messo le arance. Bisogna mangiare le arance tutti i giorni, per la vitamina C. Già ma tu i telegiornali mica li segui, roba troppo comune». «Una volta ti piaceva. Ti piaceva quando non li seguivamo insieme. Una volta ci avresti pensato». «A cosa?». «Alle gommose». «Senti io rientro, che si è abbassata la temperatura». «Non mi ero resa conto». Guardo ancora le stelle: brillano di più, ma si sono spostate. Mi è sfuggito l’esatto momento in cui tutto ciò è successo. «Avevamo le nostre, prima che arrivassero queste regole» aggiungo. Forse se tu fossi ancora qui, davanti a me, ora diresti qualcosa delle nostre giornate perfette. Invece sei già rientrato in casa. Rientro anch’io, così sistemo la cucina prima di andare a dormire. Dopo, quando tutto sarà a posto; dopo spegnerò la luce.

Sabrina Sigon

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Anarchia adorata il primo flirt giovanile amore folle senza freni passione da età dell’oro Il nodo scorsoio dell’inamidata cravatta ora rigido cinge l’ingenuità non si deve dire si deve fare Un grande mal di testa da schizofrenia autoimposta m’appendo barcollante alla grande impalcatura Ho così modo d’osservare la Natura che mi sostiene essa fiorisce per precise regole ed è questo il suo grande mistero.

Stefano Boldorini

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Le regole sono la forma che diamo alla morale. Come una nazione è vista nella bandiera e la cristianità nella croce, le regole, siano esse scritte o meno, sono gli spunti della morale umana: morale che sia di tutti per ognuno. Quando parlo di regole non ragiono sulle leggi dello stato. Parlo di ciò che l’umanità possiede, insito nella mente: la coscienza, miglior deterrente alle cattive azioni di qualunque prigionia o castigo. Noi non evitiamo di rubare per adempiere ad un dovere, lo facciamo perché un ladro non sarebbe nostro Fratello. Noi rispettiamo perché amiamo e perdoniamo perché capiamo. Noi, che apriamo le finestre per cambiare l’aria oramai stantia, non restiamo seduti per rispetto della legge o timore della punizione. Ciò che di buono facciamo viene dalla regola umana che rende Fratelli e Sorelle; anche quando si ha paura del prossimo. Le regole si scoprono nella difficoltà.

Spartaco Rizzo

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Régole, régole, régole rispettare le régole è oggi un mantra. Io sto a casa, io rispetto le régole, e così io non potrò andare avanti per molto. Régole è una parola che non mi piace, ho sempre detestato l’essere rispettoso di comportamenti uniformati che molto spesso portano all’appiattimento intellettivo e creativo. Adesso però non so, sto accettando anche l’esercito per strada che controlla e punisce chi régole non ha. Per il bene della popolazione hanno detto e preparato un decalogo che si è sempre più ristretto ed è sempre più vincolante. Chissà, speriamo! Vorrei che le mie uniche régole fossero espresse in queste tre parole libertà, uguaglianza e fraternità.

Giorgio Piccaia, artista

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... una parola ... che ho sempre tenuto in considerazione nella mia Vita... e devo dire che mi è sempre piaciuta ... ma ho anche notato che con il passare  degl anni, la parola è stata sempre più messa da parte e pian piano visto svanire nel vocabolario di questa società ... Invece ...  in questi giorni anche se singhiozzante ... ho notato una buona parte della popolazione che ha riniziato a capire bene la parola “ Regola “ ... Per il BENE di tutti ... E spero che non appena finisce tutto ... lo stesso valore che gli stiamo dando in questi giorni ... rimanga per sempre !!! Forza ITALIA !!!

Alex  

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