Milano, il Cenacolo Vinciano salvato dalla Wittgens

Suggestivo reading di Sonia Bergamasco al buio e... con le cuffie

Cenacolo Vinciano

Cenacolo Vinciano

Milano, 21 settembre 2018 -  «Il Cenacolo è salvo!». Così annota Fernanda Wittgens. Il folle e disperatissimo lavoro che si è sobbarcata, per mettere in sicurezza dalle bombe i più importanti monumenti artistici milanesi, ha funzionato. E ora il Cenacolo se ne sta lì: bello e impolverato. Ma salvo. Figura d’impressionante ampiezza umana e professionale, la Wittgens è protagonista de «Il miracolo della cena», diretto da Marco Rampoldi, nuova produzione del Piccolo Teatro in collaborazione con il Museo del Cenacolo Vinciano guidato da Chiara Rostagno e con in scena un’elegantissima Sonia Bergamasco. Racconto curioso. Che sembra unire due biografie: quella della studiosa e quella dell’opera. Poche le repliche. Ma preziose. Soprattutto le due rappresentazioni del 25 settembre, reading al buio di fronte al Cenacolo illuminato. Più tradizionali le repliche successive al Grassi (il 26 e il 27), prima della ripresa nel 2019 per il cinquecentenario della morte di Leonardo.

«Non è un progetto, né un evento; è semplicemente un atto di teatro – ha sottolineato il direttore Sergio Escobar –, per raccontare la competenza e la vita personale di Fernanda Wittgens, partendo da un intreccio indissolubile che l’ha caratterizzata: la difesa della vita e la difesa dell’arte. Così come salvò i perseguitati ebrei dalla deportazione, allo stesso modo riuscì a proteggere l’arte dalle bombe. Perché per lei esistenza e arte erano la stessa cosa, essendo la vita bellezza e la bellezza vita». Prima donna Soprintendente alle Gallerie di Milano, la Wittgens tuttora incarna l’idea più nobile di servizio pubblico e di tutela del bene comune. E questo mentre all’epoca il Paese si umiliava con le leggi razziali e la stessa studiosa finiva per diversi mesi in carcere a San Vittore per le sue attività antifasciste. «Provo un profondo orgoglio nel dar voce a Fernanda Wittgens – ha concluso la Bergamasco – ancora oggi è una risposta viva a come affrontare i problemi quotidiani, nella vita e nel lavoro. Si pensi solo al coraggio dimostrato nel decidere di scavare gli strati di polveri nere della guerra e delle cattive gestioni, per far riemergere la vera opera di Leonardo».

E certo il coraggio non è mai mancato a Fernanda. Anche nel dopoguerra. Quando pretese che la ricostruzione artistica fosse considerata priorità assoluta, al pari di fabbriche, centrali, ospedali, scuole. E pensare che oggi quotidianamente si litiga con chi pensa che bellezza e cultura non siano esigenze primarie. All’epoca le idee erano un po’ più chiare. E grazie a gente come la Wittgens, Ghiringhelli (futuro sovrintendente della Scala), Paolo Grassi, Giorgio Strehler o il sindaco Antonio Greppi, Milano riuscì a rinascere sulle sue cicatrici. Tutto questo sul «palco» del Cenacolo. Con il pubblico ad ascoltare il reading direttamente in cuffia, per non disturbare l’opera con le onde sonore. Come se Sonia Bergamasco ti sussurrasse nell’orecchio. Al buio. C’è di peggio.

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