Billie Eilish: "A Milano il mio pubblico più bello"

La 17enne ha trasformato il MIND nella sua Woodstock

Billie Eilish (Barbaglia)

Billie Eilish (Barbaglia)

Rho (Milano), 1 settembre 2019 - Unghie esagerate, meches di un giallo fluo esagerato, catena al collo esagerata e, alle dita delle mani, una quantità di anelli esagerata. Billie Eilish si presenta come un eccesso ambulante, tipico delle adolescenti come lei. Esagerata pure nello stare in scena, visto che ieri in uno dei primi salti sul palco dell’Open Air Theater del MIND è caduta, e ha cantato per il resto del concerto con un gambale. Tra soste dietro le quinte, lacrime e - alla fine - un concerto da seduta Billie Eilish, con buona pace degli headliner Twenty Øne Piløts, ha trasformato l’Area Expo nella sua Woodstock personale. Il concerto invernale al Fabrique era stato solo preparatorio all’apoteosi messa a segno dalla diciassettenne più “cool” dell’empireo pop americano, con video virali, miliardi di streaming e numeri da record per qualsiasi cosa faccia, in questa edizione 2019 di Milano Rocks. Sul palco è un po’ meno Carrie la sanguinaria portata sullo schermo da Brian De Palma, e un po’ più rockeuse di un tempo. «Shit» lo pronuncia solo una volta, parlando dei talent show. E non tanto perché zeppi di sue replicanti, ma perché ti marchiano e nella maggior parte dei casi si rivelano fonte di frustrazione. «Ci sono autori andrebbero sbattuti in galera – la tocca piano –. Sono convinta che una come me in un talent non l’avrebbero mai presa. Mi hanno chiesto un sacco di volte di fare il giudice, ma ho risposto di no. Diversi miei amici lo fanno, ma non capisco quando si accaniscono contro certi concorrenti, perché così gli rovini la vita».

I suoi fan sono gli stessi ovunque?

«Come nessun posto è uguale ad un altro, nessun pubblico è uguale agli altri. Non contano numero o dimensioni. Quello di due anni fa al Dude di Milano, poco più di duecento persone, è stato forse il più bello della mia vita. Qui in Europa mi diverto moltissimo, però casa è casa e gli spettacoli oltre oceano hanno un sapore particolare».

Lei scrive e suona con suo fratello Finneas O’Connell, 21 anni, ex attore di “Glee” diventato musicista a tempo pieno. Continuerà?

«Anche se mio fratello sta lavorando ad un ep ed è in tour pure lui, non vedo motivi per non continuare a collaborare».

Scrive ancora canzoni nella sua cameretta?

«Per me la condizione ideale è comporre tra le quattro mura familiari, ma ora che la musica è diventata un mestiere non vorrei portarmi troppo lavoro a casa. Ecco perché penso che scriverò il prossimo disco sulla strada, tra aerei, bus e hotel, in giro per il mondo».

Ma è rimasta per davvero la ragazzina della porta accanto?

«La mia non è un’autenticità studiata a tavolino, perché quello è un tipo di gioco che non puoi gestire. E il solo modo di apparire differenti è esserlo per davvero. Prima odiavo la fama, non riuscivo a gestirla. Ho iniziato, infatti, a 13 anni e mi sono imbarcata nel mio primo tour a 15. Ora, a 17, non posso andarmi a comprare neppure lo spazzolino da denti, ma essere famosa mi piace».

Lei è una adolescente-icona, come Greta Thunberg.

«La amo. E pure mia madre è una sua grande ammiratrice. Sul web si parla tanto di ambiente, di Amazzonia, ma poi nessuno fa niente di concreto. E invece ciascuno dovrebbe dare il suo piccolo contributo».

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