'Bansky & the street art' in mostra all'Arcimboldi / FOTO

Una mostra unica nel suo genere, fino al 13 dicembre

"Laugh Now" e "Girl with Baloon", due note opere di Banksy

"Laugh Now" e "Girl with Baloon", due note opere di Banksy

Milano, 8 agosto 2020 - La bimba che perde il palloncino rosso e l'altra che abbraccia una bomba, la Monna Lisa con il kalashnikov e il ribelle armato di fiori: ambivalente, ironico, sovversivo c'è tutta la poetica di Banksy sempre in sfuggente equilibrio sul crinale fra amore e guerra, arte e sfruttamento, nella mostra all'Arcimboldi di Milano "Banksy & the street art", fino al 13 dicembre.

Accanto al writer di Bristol, il più iconico del mondo con i suoi "stencil" sparsi nei cinque continenti e pur tuttavia beffardamente rimasto ignoto, trovano qui posto altre note firme italiane e non della street art provenienti da collezioni private, come Robert Del Naja dei Massive Attack, Serena Maisto, Phase 2, Kayone. Artisti di strada la cui identità, come vuole pedigree, talvolta resta parimenti "Unknown", aggettivo che etichetta appunto il sottotitolo della rassegna, nel quartiere periferico della Bicocca. Proprio dai margini urbani nacque negli anni '60 il movimento hip hop che da Philadelphia portò ai quattro angoli del globo la disciplina del writing. Quella mania di tag e murales che finì per dare vita a un'arte underground post-graffiti con tanto di mostre anni '80 nella Grande Mela e nomi del calibro di Keith Haring e Basquiat, per citare un nome presente all'Arcimboldi. Nata come controcultura, il rapporto oppositivo e antifrastico della Street art con le istituzioni e il mercato dell'arte (vedi la scimmia di Banksy in "Laugh now") è ben rappresentato dalla parabola di Blu, le cui opere (18) sono presenti in forza in viale dell'Innovazione. Schivo e riservato, famoso in tutto il mondo grazie ai lavori permeati di attivismo sociale, di lui non sappiamo nemmeno il nome ma solo che è probabilmente di Senigallia, ha circa 40 anni e vive alla periferia di Roma in un camper, facendosi ospitare qua e là e lavorando a volte su commissione. È proprio una sua "Chela" staccata dal muro di una ex fabbrica, ad aprire la visita: nel 2016 Blu decise di cancellare tutte le sue opere presenti a Bologna, per protesta contro la mostra "Banksy &Co. L'arte allo stato urbano", allestita con suoi "pezzi" asportati dai muri di quella città. Una sorte simile ai lavori di Banksy, che non vende le sue opere ma è noto che i banditori d’aste cerchino di venderle su posto, lasciando agli acquirenti il problema della rimozione. L’intento è stupire, rompere le regole, creando scompiglio: nata da un gesto rapido, la Street art è tanto popolare quanto effimera ("I miei lavori devono morire nel momento stesso in cui la Città decide di distruggerli", dice Blu). Ed è per natura destinata a scomparire facilmente dai suoi precari supporti ("come si educa il grande pubblico a questo genere?"). Lo insegnano i blitz di Banksy su cartelli stradali, banconote, spartitraffico o gli schizzi di Robert De Naja su un banale foglio di cartone (Karmacoma). A questo proposito, non manca un approfondimento in 21 ragioni sulla voce più accreditata in Italia: che l'uno sia l'altro, ovvero che l'identità nascosta di Banksy non porti altro che al musicista di Bristol dei Massive Attack, che avrebbe fondato un collettivo di artisti. Fatto sta che 3d (pseudonimo di Del Naja), Basquiat e Banksy sono stati nel frattempo già riletti da Serena Maisto, che ne rivisita le opere con le tecniche del crossing o del graffitismo outline. E c'è tanta Milano, anche, nella mostra. Dai pionieri Styng 253 e Flycat, esponente storico della prima generazione europea, ammesso nel '95 nella crew di Kase2, indiscusso "king" del writing newyorkese fino a Kayone, fondatore agli inizi degli anni '90 della prima fanzine "Tribe Magazine". Per arrivare alle collaborazioni di Blu con Ericailcane. Era il marzo 2007 e gli artisti furono invitati a dipingere l'entrata del Padiglione di arte contemporanea (Pac) in occasione della mostra Street Art Sweet Art voluta da Vittorio Sgarbi. Risultato: una montagna di cocaina con in cima l'emblema del dollaro e una folla di animali antropomorfi intenti a consumare: "Milano è la capitale economica d'Italia, il luogo dove l'oro bianco, cioè la coca, si converte in denaro". Ineffabili writer.

'Banksy & the street art': da martedì a venerdì 10 - 19; sabato, domenica e festivi 10 - 20. Ultimo ingresso un’ora prima dell’orario di chiusura.

 

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