Il maestro Arnò entra in Triennale: maratona in musica per 140 artisti

The Gathering, dalla band indiana Cha Wa al rapper londinese Brother May e all’attore Lino Musella. Il presidente Boeri: "Invece di posizionare ogni arte in uno spazio, avremo musica in tutti gli spazi"

L’installazione musicale del musicista, compositore e produttore Ferdinando Arnò, 62 anni

L’installazione musicale del musicista, compositore e produttore Ferdinando Arnò, 62 anni

Milano - ​Stop, macchina indietro. "Era il 2016 quando al Salone del Mobile inventammo uno spazio di architettura con una sua parte musicale, chiamato Radura". Presentando “The Gathering” l’installazione del compositore Ferdinando Arnò che domani s’impossessa della Triennale per tutta la giornata con ospiti del calibro di Joan As Police Woman e Tricarico, l’architetto Stefano Boeri non può non partire da quell’esperimento di sei anni fa nel cortile della Statale. «Arnò ci ha proposto di fare qualcosa non più in uno spazio circoscritto, ma dentro il nostro palazzo delle arti – racconta il presidente di Triennale –. Un progetto da centoquaranta musicisti, coordinati da Ferdinando, per riempire di suoni e percezioni sensoriali emotive tutti i nostri ambienti. Quindi l’eccezionalità dell’evento è data dal fatto che, per una volta, invece di posizionare ogni arte in uno spazio, avremo la musica che invade tutti gli spazi".

Il progetto di Arnò, che proprio grazie “The Gathering” s’è aggiudicato la Targa Tenco 2022 riservata al “Miglior album collettivo”, ha coinvolto in questa maratona (dalle 11 alle 24 non stop) musicisti straordinari come la band indiana Cha Wa, il rapper londinese Brother May, Daniel Gonora e Joseph Chinouriri dello Zimbabwe, ma anche l’attore Lino Musella, voce recitante di quella “Preta” firmata da Arnò e Joe Barbieri. "La ‘ragione sociale’ della performance in Triennale sarà l’improvvisazione – spiega il compositore e arrangiatore, anticipando che la chiave dell’istallazione è la ritmica al tempo stesso ancestrale e futuristica del tamburo, intesa – come trasduttore che trasforma le emozioni in consapevolezza, con il materiale musicale che gli artisti internazionali hanno conferito dai loro mondi a questo progetto contribuendo a rafforzarne l’unitarietà". "Sono grato a Boeri per avermi permesso di comporre musiche che non avrei mai composto – dice –. L’ideazione di ‘Radura’ mi ha permesso di aprire le porte a qualcos’altro di veramente bello che mi ha cambiato la vita, mettendomi ancor più in sintonia con quel che ci circonda. E per me è un vero onore poter dare vita a qualcosa del genere in un luogo come la Triennale".

 

 

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