Andrew Basso unico italiano in scena in “The Illusionist” al Ciak / FOTO

"Houdini, mito e maestro"

Andrea “Andrew” Basso con il direttore del Giorno Sandro Neri

Andrea “Andrew” Basso con il direttore del Giorno Sandro Neri

Milano, 23 gennaio 2019 - The master Magician, The Escapologist, The Manipulator, The Deceptionist, The Inventor, The Unforgettable, The Transformationists. Hanno nomi da film noir gli otto campioni mondiali dell’illusionismo in scena da oggi a domenica sul palco del Ciak di Piazzale Cuoco con “The Illusionists: direct from Broadway»: il kolossal della magia capace di richiamare da sette anni mezzo milione di spettatori a stagione. Per parlarne in diretta Facebook, si è materializzato ieri in redazione l’“escapolagista” Andrea “Andrew” Basso, unico italiano del gruppo, protagonista sulle orme del leggendario Harry Houdini di uno tra i numeri clou.

Scusi Andrew, cosa spinge un trentino di Borgo Valsugana a rischiare la vita ogni sera ammanettato dentro ad una vasca piena d’acqua?

«La domanda andrebbe rivolta al mio psichiatra o a un gruppo di bravi psicologi. L’attrazione per la magia mi è venuta assistendo allo spettacolo di un prestigiatore sotto il tendone di un circo capitato chissà come al mio paese, di cui ricordo ancora l’odore del popcorn. Anche se la passione per l’illusionismo è scattata qualche tempo dopo alla Fiera del Tempo Libero di Bolzano, davanti allo stupore di mia madre nel ritrovarsi nel palmo della mano la pallina che il mago di turno aveva appena fatto sparire dalla sua».

E la vasca d’acqua?

«Quella l’ho scelta leggendo da ragazzo le imprese di Houdini. Perché è immortale? Perché si parla di lui e si fanno film ancora oggi? Perché era un supereroe del Novecento come Spiderman, ma reale. Nato a Budapest da famiglia poverissima, ma poi diventato l’artista più pagato del suo tempo».

Nell’illusionismo quanto conta l’abilità e quanto il fattore psicologico?

«Diciamo 30% abilità e 70% fattore psicologico. Quando ti immergono in una bara d’acqua in cui giochi su un filo teso tra la vita e la morte la concentrazione è fondamentale. Lo stesso brivido che può provare un corridore di Formula Uno o un appassionato di sport estremi».

Incidenti?

«Un paio abbastanza gravi. Uno proprio alla partenza di questo tour nel 2012 all’Opera House di Sydney quando, una volta abbassato il ritmo cardiaco a 40 battiti al minuto, immerso ammanettato nella fatidica vasca della tortura dell’acqua a testa in giù, bloccata la gogna con i lucchetti, mi deconcentrai e non riuscii più a compiere la sequenza di movimenti necessari ad aprire le manette con la graffetta che avevo in mano.

Per fortuna i miei assistenti hanno capito cosa stava accadendo e mi hanno salvato. Mezz’ora dopo ero di nuovo sul palco, perché il trauma va superato subito se lo assorbi non sarai più in condizione di ripetere un’esperienza del genere».

Un artista come lei è assicurabile?

«Sì, ma sono pochissime le compagnie al mondo che accettano di accollarsi il rischio».

Chi sono i suoi colleghi?

«Il sudcoreano Yu Ho-Jin è campione mondiale di manipolazione di carte. Kevin James, invece, “taglia” in due le persone senza usare le tradizionali scatole e, se tutto va bene, le rimette pure insieme. I tedeschi Sos & Victoria hanno il record mondiale di cambi d’abito e saranno molto apprezzati in una capitale della moda come Milano. James More ed Enzo fanno invece illusioni molto grandi, in stile Las Vegas, mentre il portoghese Luis De Matos lega i fili dello show con diversi effetti. Ognuno porta un sapore diverso sul palco. Ma in Italia ci sarà pure una presentatrice, Alena Seredova».

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