'Ndrangheta, difesa Zambetti: "Vittima di minacce, non denunciò per paura"

L'ex assessore regionale è imputato per la vicenda di un presunto voto di scambio con i boss alle elezioni regionali nel marzo 2010

L'ex assessore regionale alla Casa Domenico Zambetti

L'ex assessore regionale alla Casa Domenico Zambetti

Milano, 14 ottobre 2016 - Domenico Zambetti è stato «vittima delle minacce e dei ricatti» di Eugenio Costantino e Giuseppe D'Agostino, i presunti affiliati alla 'ndrangheta a cui l'ex assessore regionale lombardo consegnò 50 mila euro. A dirlo è il suo difensore Carlo Limentani, nell'udienza che vede imputato Zambetti per la vicenda di un presunto voto di scambio con i boss alle elezioni regionali nel marzo 2010. Secondo la difesa i due non furono denunciati dall'ex assessore per «paura» di ritorsioni per sé e «per i suoi affetti più cari, così come ricostruito dall'accusa». Zambetti, continua il legale, «aveva al momento dei fatti una grandissima esperienza politica e ha sempre lavorato senza mai ricevere un avviso di garanzia o essere oggetto di chiacchiera». L'ex assessore ha ribadito Limentani, è sempre stato «una persona al di sopra di ogni sospetto» e «ha sempre preso un sacco di voti», per questo è «improbabile» che una persona come lui, «in ascesa nella sua vita politica, scendesse a patti con la 'ndrangheta. Non aveva bisogno di raccogliere voti con modalità illecite».

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