Zanzara killer, un altro caso a Milano

L'uomo, di 74 anni, è ricoverato all’Humanitas di Rozzano con un’encefalite

VETTORE Il virus viene trasmesso dalle punture di zanzara culex pipiens

VETTORE Il virus viene trasmesso dalle punture di zanzara culex pipiens

Milano, 7 settembre 2018 - Un altro milanese si è ammalato di febbre del Nilo: è un uomo di 74 anni, ricoverato all’Humanitas di Rozzano con un’encefalite. È il secondo in città, dopo un 63 enne finito al Policlinico il cui contagio è stato confermato e segnalato all’Ats Metropolitana la scorsa settimana. Anche il 74 enne manifesta un «quadro clinico neuroinvasivo», cioè è stato colpito nella forma più violenta dal virus West Nile, come ha accertato il laboratorio dell’ospedale Sacco che è, insieme al San Matteo di Pavia, uno dei due centri di riferimento in Lombardia.

E mercoledì sera ha segnalato il nuovo caso all’Ats. Ieri, comunicano da Corso Italia, se ne sono aggiunti altri due: un ottantenne dell’Alto Milanese, in coma all’Humanitas dov’è ricoverato dal 24 agosto, e un 81 enne lodigiano, finito all’ospedale di Lodi con una forma febbrile, più lieve. La conta sale così a 12 casi nel 2018 – ma in realtà concentrati tra agosto e l’inizio di settembre – nel territorio dell’Ats Metropolitana, che si estende da Milano a Legnano, Melegnano e Lodi: ai sei contagi da West Nile accertati al 27 agosto si sono aggiunti questi ultimi tre, e altri tre che riguardano donatori di sangue che hanno scoperto il virus casualmente, durante i controlli di routine, ma non hanno manifestato alcun sintomo della malattia.

Non era invece febbre da West Nile quella che ha portato all’ospedale di Sant’Angelo Lodigiano un uomo molto più giovane, di 36 anni: gli esami hanno escluso che il suo malessere sia stato provocato dal virus trasmesso dalla zanzara culex pipiens. Nel Basso Lodigiano, invece, i veterinari dell’Ats hanno individuato un diverso virus nelle zanzare durante i controlli a campione (condotti anche su equini e uccelli): si chiama Usutu e si trasmette in maniera simile al West Nile (per il vettore, la zanzara culex che è la più comune, e il «serbatoio», alcune specie di uccelli selvatici dai quali l’infezione può passare all’uomo).

Ma a differenza del West Nile, che nell’uomo può causare anche sintomi neurologici gravi, la capacità di Usutu di procurare encefaliti è limitata a pochissimi casi documentati dalla letteratura scientifica. E in generale in Lombardia non si registrano ancora casi umani nel 2018: all’Istituto superiore di sanità, cui vengono girate tutte le segnalazioni raccolte dalle Asl locali, ne risultano quest’anno soltanto tre, uno in Veneto e due in Emilia–Romagna.

 

 

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