Volontari uccisi dal tir: 2 anni e 3 mesi al camionista

Ha patteggiato il conducente che ha provocato la morte di Federico Tonin di Arconate e il ferimento di Alessandro Porta di Busto Garolfo

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di Paolo Mattelli

Due anni e tre mesi di carcere è la pena patteggiata al Tribunale di Pesaro da Sebastien Titta di Recale (Lecce) che alla guida di un tir causò la morte di Federico Tonin, 46 anni di Arconate e di Elisabetta Barbieri, 62 anni, di Rho oltre al ferimento del loro amico Alessandro Porta, 48 anni, di Busto Garolfo, lo scorso 7 febbraio. Teatro del tragico incidente l’autostrada A14 nel tratto tra Pesaro e Cattolica all’altezza del comune di Gradara. Alle prime luci dell’alba Elisabetta, Federico e Alessandro stavano tornando a casa da San Severo nel foggiano dopo aver prelevato alcuni cuccioli per consegnarli alle loro nuove famiglie adottive. Erano infatti attivisti di una staffetta animalista che si occupa di dare a cani e gatti una seconda vita a casa di famiglie accoglienti del nord. Lungo l’autostrada davanti a loro un tir guidato da Sebastien Titta, 24 anni, che poco più avanti, a causa di un colpo di sonno, perde il controllo e termina la sua folle corsa di traverso sulla carreggiata. Sono le 4.55 quando, complice l’oscurità, il Ducato guidato da Federico Tonin che non riesce a frenare per tempo, piomba sull’autoarticolato causano uno schianto tremendo. Tra le lamiere accartocciate rimangono intrappolati il conducente del Ducato ed Elisabetta Barbieri mentre Alessandro Porta riesce con un calcio a farsi strada tra i rottami. Ferito gravemente anche l’altro passeggero dell’autocarro che a causa dell’urto sul muro di separazione della carreggiata è stato sbalzato fuori dall’abitacolo. All’arrivo i soccorritori hanno potuto fare ben poco per salvare la vita dei due attivisti lombardi, Elisabetta e Federico sono morti sul colpo a causa dei politraumi riportati mentre Alessandro riesce a cavarsela con una prognosi di 60 giorni.

L’autista aveva ammesso che a causare la perdita di controllo del pesante autocarro sarebbe stato un colpo di sonno origine della prima deviazione a destra e poi dell’urto con un altro veicolo fermo in sosta ed infine dell’arresto per traverso lungo la A14 nel buio più totale. Una tragedia che gli agenti di polizia hanno potuto ricostruire grazie alla testimonianza di Alessandro Porta, unico sopravvissuto del gruppo.

La difesa aveva chiesto una pena inferiore ai due anni per beneficiare della sospensione condizionale, ma gup e pm hanno ritenuto troppo esigua la proposta, che è stata riformulata: all’imputato era contestato il reato di omicidio stradale con l’aggravante di aver causato il decesso di più persone. Ha avuto anche la sanzione accessoria della sospensione della patente di guida per due anni.

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