Milano dà l’addio alle "Voloire" ma manca il gonfalone del Comune

Le Batterie a cavallo verso Vercelli. Restano museo e centro ippico

La cerimonia di commiato alla Caserma Santa Barbara di piazzale Perrucchetti

La cerimonia di commiato alla Caserma Santa Barbara di piazzale Perrucchetti

Milano, 8 settembre 206 - Via. Partiti. Dopo 80 anni lo stendardo e la bandiera di guerra delle Voloire non sono più alla Caserma Santa Barbara. E dopo quasi 130 anni le leggendarie Batterie a cavallo lasciano per sempre Milano. Destinazione caserma Scalise di Vercelli. Tante le persone intervenute alla “cerimonia di commiato’’, una cerimonia privata, lontana dai riflettori. Accesso solo su invito per amici di vecchia data, ex commilitoni e semplici cittadini. Alle 10 scatta l’ora ex. Entra il Reggimento artiglieria a cavallo. Il colonnello Luca Franchini, 78esimo comandante delle Batterie a cavallo cede il comando colonnello Michele Amendolagine, già comandante del 52esimo Reggimento Artiglieria Terrestre “Torino” di Vercelli. Si leggono le formule di rito. Artiglieri e reggimento riconoscono il passaggio di consegna.

Stendardo e bandiera di guerra vengono caricati su una camionetta dell’esercito. Escono dalla caserma di piazzale Perrucchetti. Scortate dai carabinieri. E le Voloire se ne vanno. A rendere più amaro l’addio, invece, l’assenza di "gonfaloni della città di Milano. Per la prima volta, a una cerimonia delle Voloire, non c’era alcun rappresentante del Comune", come spiega Yuri Tartari, consigliere dell’associazione nazionale delle Voloire. Che, in questo momento di nostalgia e rimpianto per un glorioso reggimento che se ne va, trova comunque «una nota positiva – racconta – perché il comandante delle forze operative terrestri, Alberto Primicerj, ripercorrendo la storia e le aree di intervento del reggimento, nel finale ci ha lasciato una speranza: un reggimento è composto da gruppi. A Milano rimarrà un gruppo delle Voloire, costituito dalla sezione storica a cavallo e dal centro ippico militare. E l’attività di ippoterapia, alla quale concorrono entrambi. Inoltre resterà la componente museale e il Circolo ufficiali".

Ma non sono mancate le polemiche politiche. Silvia Sardone, consigliere comunale di Forza Italia critica lo "spostamento insensato che rende Milano meno sicura e toglie alla città parte della sua memoria storica. Un’umiliazione per la nostra città di cui il sindaco Sala è responsabile visto che il suo silenzio è stato decisivo e veramente sconcertante nonostante le numerose sollecitazioni". La consigliera Sardone due mesi fa aveva presentato un esposto alla Corte dei Conti per "l’assurdo aggravio di milioni di euro – dice – a danno dei contribuenti a causa del trasloco. I milanesi si troveranno senza le loro Voloire e con la prospettiva che le caserme, come la Montello, perdano la loro storia per diventare indegni centri profughi".

Di "vergogna" parla Riccardo De Corato, capogruppo di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale in Regione che un anno fa aveva presentato "una mozione per chiedere al Comune di adoperarsi presso il Governo e il Ministero della Difesa per evitare il trasferimento, approvata all’unanimità il 1° ottobre, ma poi rimasta a impolverarsi su qualche scrivania. La caserma è stata il centro di controllo dei 350 militari impegnati in “Strade sicure’’, in concorso alle forze di polizia, per il pattugliamento delle aree metropolitane. Speravamo che il centrosinistra facesse qualcosa per la sicurezza della città".

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