Milano, violenze sessuali a Capodanno: in Procura piovono nuove denunce da tutta Italia

La ministra dell'Interno Lamorgese: "Reprimere ma anche prevenire". Mentre emergono nuovi particolari agghiaccianti sulla crudeltà del branco verso le vittime

Le perquisizioni della polizia tra Milano e Torino nelle case degli stupratori

Le perquisizioni della polizia tra Milano e Torino nelle case degli stupratori

Milano - Non è finita. Nuove denunce e nuovi particolari agghiaccianti, che hanno sollevato anche l’indignazione del ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese. La procura di Milano sta vagliando “tante segnalazioni e denunce” che arrivano “da tutta Italia” sulle violenze avvenute in piazza Duomo a Milano la notte di Capodanno. Dichiarazioni su cui gli inquirenti, da quanto si apprende, stanno facendo riscontri. Gli inquirenti stanno continuando ad ascoltare - a distanza - alcune delle ragazze rimaste vittime delle violenze di gruppo. Giovanissime che hanno riconosciuto i due ragazzi fermati e che hanno raccontato la crudeltà del “branco”. 

Nel provvedimento di fermo una 19enne racconta che “tutto intorno era uno schifo, c’erano molti ragazzi e chiunque passasse si prendeva la libertà di metter le mani addosso”, mentre chi cerca di proteggere l’amica accerchiata può fare poco prima dell’arrivo della polizia: “era senza reggiseno, senza slip, rannicchiata per terra piena di lividi”.  Racconti che si intrecciano a quelli di altre ragazze, a Milano per festeggiare il Capodanno, che non hanno ancora formalizzato la denuncia: la procura ha acquisito una video intervista, rilasciata al programma Rai ‘Storie italiane’, in cui due vittime raccontano le molestie subite. 

Nelle ultime ore i fascicoli sulla vicenda, indaga la squadra Mobile di Milano coordinata dall’aggiunto Letizia Mannella e dal pm Alessia Menegazzo, stanno aumentando rapidamente. ”Ribadisco che quelli di Milano sono fatti gravissimi ed inaccettabili e assicuro che le Forze di polizia profonderanno il massimo impegno per garantire la sicurezza delle nostre città e per evitare che possano ripetersi analoghi comportamenti, anche tramite un eventuale adeguamento dell’organico ivi presente”. Ma contemporaneamente “c’è la necessità di una profonda azione di intervento sociale in chiave educativa e preventiva”. 

Il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, non usa mezzi termini rispondendo al question time al Senato sulle aggressioni ai danni di giovani donne avvenute in piazza Duomo a Milano. Lamorgese ha ribadito la sua “solidarietà alle vittime di tali gravissime aggressioni”. “La risposta dello Stato e delle istituzioni non può limitarsi, infatti, alla sola, pur essenziale, componente repressiva. Occorre sviluppare appropriate politiche di riduzione del disagio sociale - ha spiegato - maggiormente nelle fasce della popolazione giovanile e negli ambiti urbani esposti a fenomeni di degrado e devianza. L’obiettivo è quello di evitare qualunque forma di ghettizzazione che faccia da collante al risentimento e all’odio sociale e che finisca con il risultare antitetica rispetto all’esigenza di un’effettiva integrazione comunitaria”.