Violenze di Capodanno a Milano, 9 vittime in aula

Convocate dal giudice con la formula dell’incidente probatorio per "cristallizzare" il riconoscimento del branco

Due delle ragazze aggredite

Due delle ragazze aggredite

Milano - Il Capodanno da incubo verrà rivissuto in aula, davanti al giudice, attraverso i racconti delle ragazze che hanno subito violenze sessuali e pesantissime molestie in piazza Duomo, nel cuore di Milano. Racconteranno di nuovo il loro dramma, quando sono state circondate e aggredite, vittime della "furia brutale" del branco. Nove giovani sono state convocate per il 2 e il 6 maggio prossimi dal gip Raffaella Mascarino, che ha accolto la richiesta di incidente probatorio avanzata dal pm Alessia Menegazzo e dal procuratore aggiunto Letizia Mannella, titolari dell’indagine condotta dalla Squadra mobile che ha portato in carcere Mahmoud Ibrahim, 18 anni, e il 21enne Abdallah Bouguedra. Per la vicenda anche la magistratura minorile ha disposto l’arresto di un 16enne egiziano senza fissa dimora e di un connazionale 17enne. Con l’incidente probatorio la Procura intende cristallizzare le deposizioni delle vittime, tra cui due turiste tedesche, in vista del processo agli autori di quelle violenze, riconosciuti dalle ragazze. Una vicenda che, presto, potrebbe avere altri sviluppi. Il Tribunale del Riesame ha infatti stabilito, accogliendo il ricorso dei pm dopo il no del gip, che anche nei confronti di un altro ragazzo, un 19enne che vive a Milano, già indagato, va applicata la custodia in carcere e in particolare per il caso dello stupro ai danni di una coetanea vicino a via Mazzini (decisione che non ha portato all’arresto immediato perché la difesa può ricorrere in Cassazione). E ha riconosciuto che per la stessa vicenda ci sono "gravi indizi" anche sul 18enne Mahmoud Ibrahim, già detenuto.

Per i giudici, sul 19enne ci sono elementi di responsabilità per la violenza sessuale di gruppo nei confronti della coetanea e dell’amica, ma non per l’episodio ai danni delle studentesse tedesche. Hanno ritenuto, in particolare, che nel caso avvenuto all’angolo con via Mazzini - il primo ad essere mostrato in un video che circolò online - il ragazzo non soltanto era presente vicino “all’orda” di aggressori, ma avrebbe partecipato alle violenze. Fatti che una delle due giovani ha descritto così a verbale: "Ho urlato cercando la mia amica, sono anche salita su un muretto per individuarla ma l’ho persa di vista (...) era lì che cercava di coprirsi con il giubbino stretto sul petto, non aveva più indumenti addosso (...) rannicchiata per terra piena di lividi".

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