Milano, tenta di violentare studentessa in treno. Consulta: "Pendolari abbandonati"

L'aggressione è avvenuta su un convoglio della S9, Saronno-Albairate

Sicurezza in stazione

Sicurezza in stazione

Milano, 4 novembre 2018 – Dopo la tentata violenza sessuale sulla linea S9 Saronno-Albairate ai danni di una ventunenne, ora i Comuni pretendono sicurezza. «La Consulta esprime solidarietà e vicinanza alla ragazza, richiedendo a Trenord ed Rfi un intervento urgente e immediato per la messa in sicurezza dei treni e delle stazioni, luoghi dimenticati». Al termine dell’ennesima settimana nera, che si era aperta con le soppressioni dei treni sulla Milano-Mortara a causa del maltempo seguite dalla protesta di una pendolare scesa sui binari, le Amministrazioni sono tornate ad alzare la voce. La Consulta intercomunale dei Trasporti, che raccoglie i centro abitati affacciati sulla linea Milano-Mortara e numerosi altri paesi del territorio, ha parlato di «sdegno» e rabbia» in merito alla vicenda dell’aggressione sulla S9 e alla situazione legata ai disagi dei pendolari sulle ferrovie, frequentate ogni giorno da migliaia di cittadini.

La questione sicurezza e la necessità di dotare le linee di treni nuovi e di strutture efficienti sono problematiche sulle quali anche le associazioni dei pendolari incalzano Trenord, Rfi e Regione Lombardia ormai da tempo. A suscitare sgomento tra i membri della Consulta anche quanto emerso in questi giorni riguardo il discusso raddoppio della tratta Albairate-Mortara, invocato da più parti ormai da decenni: «Attendiamo delucidazioni dagli organi competenti in merito a voci riguardanti l’Accordo di programma tra ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ed Rfi, che prevederebbe uno slittamento del raddoppio sulla nostra linea al periodo 2026-2036». Una volontà che, pur in assenza di date precis,e l’associazione MiMoAl denunciava da tempo, in quanto il progetto di raddoppio non compare nell’accordo quadro del 2017 stipulato tra Regione e Rfi né nel piano commerciale della rete di Rfi, aggiornato a luglio 2018 e neppure nel Patto per la Regione Lombardia 2020. «La Consulta attende dunque delucidazioni in merito allo stato di disinteresse e abbandono in cui versano quotidianamente tanti cittadini lombardi» sottolineano.

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