Violenza sessuale di gruppo, condannato a 9 anni ex giocatore del Milan Robinho

Il legale del calciatore annuncia ricorso: "Robinho si è già difeso da queste accuse, spiegando che lui non ha preso parte all'episodio in questione"

Robinho, 35 anni, ai tempi della sua militanza nel Milan

Robinho, 35 anni, ai tempi della sua militanza nel Milan

Milano, 23 novembre 2017  - L'ex giocatore del Milan, Robinho, al secolo Robson de Souza Santos, è stato condannato dalla nona sezione del tribunale di Milano, presieduta da Mariolina Panasiti, a nove anni di carcere, per violenza sessuale di gruppo ai danni di una ragazza albanese, all'epoca dei fatti 22enne, avvenuta in una discoteca di Milano il 22 gennaio 2013. La violenza, secondo le indagini, sarebbe stata consumata da Robinho, che in quel periodo giocava nel Milan, con altre cinque persone. Il calciatore ora si trova in Brasile dove gioca per l'Atletico Mineiro. Robinho, era già stato arrestato nel 2009 in Inghilterra e poi assolto per il presunto stupro di una 18enne. 

LE CONDANNE - I giudici milanesi hanno inoltre condannato un amico di Robinho, Ricardo Falco, anche lui di origini brasiliane, sempre a 9 anni di carcere. Per gli altri 4 accusati di violenza sessuale di gruppo con abuso delle "condizioni di inferiorità psichica e fisica" della vittima in quanto sarebbe stata ubriaca, essendo loro irreperibili, il processo è sospeso. I due condannati invece dovranno risarcire la giovane donna albanese versandole in solido 60mila euro. Le motivazioni saranno depositate entro 90 giorni. Il pm Stefano Ammendola, titolare dell'inchiesta, aveva chiesto 10 anni di carcere. 

LA VICENDA - Secondo quanto emerso dal dibattimento la ragazza, che conosceva il calciatore ed alcuni dei suoi amici, la sera del 22 gennaio 2013 si era ritrovata con il gruppetto e altre sue due amiche per festeggiare i suoi 23 anni. Ma, come si legge nel capo di imputazione, dopo che le sue due amiche se ne erano andate e l'ex attaccante del Milan aveva accompagnato a casa la moglie, il gruppetto le avrebbe offerto da "bere al punto da renderla incosciente ed incapace ad opporsi" a quello che poi si sarebbe verificato. Secondo la ricostruzione del pm e e in base alle conversazioni autoaccusatorie intercettate, gli imputati avrebbero portato la giovane nel guardaroba del locale notturno e approfittando del suo stato, avrebbero avuto con lei molteplici e consecutivi rapporti sessuali. Per la difesa, che ha sottolineato come la vittima e l'ex maglia rossonera si erano già visti in altre discoteche milanesi, non ci sono prove che lei "non abbia acconsentito" e nemmeno che "abbia assunto sostanze alcoliche" al punto da essere in "condizioni di inferiorità psichica e fisica". D'altro canto, però, nel corso delle indagini del pm Ammendola, sono state intercettate conversazioni in cui i sei hanno parlato liberamente di quanto accaduto quella sera in cui una festa di compleanno sarebbe degenerata in una violenza di gruppo ai danni della festeggiata.

LA REPLICA - "Sulla vicenda che coinvolge il calciatore Robinho, e che si riferisce a un fatto accaduto anni fa, chiarisco che il mio cliente si è già difeso da queste accuse, spiegando che lui non ha preso parte all'episodio in questione". Così l'avvocato di Robinho, Marissa Alija, commenta a nome del giocatore ex Milan, la sentenza del tribunale di Milano. "Si tratta di una sentenza di primo grado - ha detto il legale -, quindi sono già stati messi in atto tutti gli strumenti legali necessari visto che la giustizia italiana prevede altri livelli di giudizio". Fonti vicine a Robinho fanno sapere che l'attaccante dell'Atletico Mineiro si è detto "triste e disgustato"

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