Arresto re delle start up per violenza sessuale: altre ragazze vogliono parlare

Alcune giovani sono pronte a raccontare le loro storie. La Procura intende inoltre accendere un faro sull'agenzia di modelle di cui Genovese detiene una quota

Alberto Genovese, 43 anni, durante la festa del suo compleanno a 'Terrazza Sentimento'

Alberto Genovese, 43 anni, durante la festa del suo compleanno a 'Terrazza Sentimento'

Milano, 11 novembre 2020 - La Procura di Milano, nell'indagine che venerdì scorso ha portato in cella il re delle start up Alberto Genovese per aver stuprato, dopo averla drogata, una 18enne nel suo attico di lusso con vista Duomo, è pronta a convocare come testimoni alcune persone dell'entourage dell'imprenditore. Inoltre, con le analisi dei video delle telecamere di sorveglianza interne all'appartamento gli inquirenti puntano a ricostruire altri festini avvenuti nelle settimane precedenti.

Come emerso dalle indagini della Squadra mobile, coordinate dall'aggiunto Letizia Mannella e dal pm Rosaria Stagnaro, la 18enne, resa incosciente con un mix di droghe, è stata costretta da Genovese a subire ripetuti abusi per ore in una stanza a cui un bodyguard impediva l'accesso, anche all'amica che chiedeva di lei. E proprio il bodyguard potrebbe essere presto ascoltato dagli inquirenti, così come diverse persone dell'entourage dell'imprenditore per ricostruire anche altre feste avvenute nei mesi scorsi e per indagare su eventuali profili di favoreggiamento e complicità, sul giro di droga e anche su quello eventuale di prostituzione. 

Inoltre, con le analisi delle immagini delle telecamere di sorveglianza dell'appartamento gli inquirenti puntano a ricostruire non solo ciò che avvenuto quel 10 ottobre, ma anche altri festini delle settimane precedenti e nei quali, questo è il sospetto, potrebbero essere state commesse altre violenze. Molte ragazze, infatti, hanno già raccontato a verbale che giravano voci sul fatto che Genovese abusasse di donne dopo averle drogate e una delle giovani ha messo a verbale una presunta violenza subita a Ibiza la scorsa estate (per ora non è stata formalizzata una denuncia).

Non solo, ci sono già alcune giovani che stanno 'bussando' alla porta di inquirenti e investigatori per raccontare le loro storie di ospiti dei festini. Da quanto si è saputo, oltre a essere già stati sentiti gli invitati del party al centro dell'inchiesta, altre giovani si stanno facendo avanti per parlare. La Procura intende inoltre accendere un faro sull'agenzia di modelle di cui Genovese detiene una quota. 

Ma non finisce qui: esiste un possibile collegamento tra questa vicenda e l'indagine bolognese chiamata 'Villa Inferno' su festini a base di sesso e cocaina. Agli atti dell'inchiesta lombarda emergerebbe, come testimone presente al party, identificata e sentita a verbale della Polizia, la ragazza che a Bologna, all'epoca dei fatti minorenne e ora anch'essa 18enne, sarebbe stata vittima del giro di prostituzione e droga ipotizzato e che ha visto scattare misure cautelari a inizio settembre. "Sono sconcertata ma non stupita del fatto che la ragazza fosse presente in quel contesto e quindi testimone di rilievo", ha detto all'Ansa l'avvocata Donata Malmusi, difensore di uno degli indagati a Bologna, Fabrizio Cresi. "Credo - ha proseguito il legale - che sia abbastanza evidente che quello è il contesto nel quale le piace vivere".

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