Violenza sessuale a Porta Garibaldi, parla il poliziotto che ha riconosciuto l'autore

Lo ha incrociato 11 giorni dopo e l'ha seguito

L'aggressione in un frame delle telecamere

L'aggressione in un frame delle telecamere

Milano, 4 agosto 2018 - "Ero libero dal servizio, dovevo tornare a casa e stavo andando a prendere il metrò quando ho notato quell’uomo davanti all’Atm point. L’ho riconosciuto subito".

Parla l’agente della Polfer che lo scorso 31 luglio è riuscito a far catturare Onyekachi Craxi Kecious, nigeriano di 31 anni arrestato per violenza sessuale. Ha un curriculum con sei pagine di precedenti per droga, reati contro il patrimonio e violenza sessuale. Irregolare, nullafacente, ha chiesto un permesso di soggiorno per protezione internazionale che gli è stato negato. Alto circa 1,70 metri, andatura claudicante. «Zoppicava vistosamente, tenendo le gambe larghe», secondo la descrizione della vittima. Carabinieri e polizia gli hanno dato la caccia per 11 giorni. "Avevo il suo volto ben impresso nella mente – sottolinea sempre l’agente della Polfer –. Erano giorni che lo guardavo, nei filmati delle telecamere di videosorveglianza». Frame che mostrano quell’uomo in azione all’alba del 20 luglio nella stazione di Milano Porta Garibaldi mentre molesta una 25enne: prima la blocca sulle strade esterne della stazione, poi sulla banchina. Lei riesce a divincolarsi e a scappare, infine a neutralizzarlo spruzzandogli in volto uno spray urticante. Lui a quel punto era scappato facendo perdere le sue tracce.

Poi la denunciadella giovane, presentata ai carabinieri. E l’avvio delle indagini portate avanti dai militari della compagnia Milano Duomo diretti dal capitano Matteo Martellucci e dagli agenti della Polfer della polizia di Stato. I primi hanno passato al setaccio la banca dati per stringere il cerchio attorno a persone già schedate. I secondi hanno esaminato i filmati, in cui il viso dell’uomo si distingueva chiaramente. "L'ho inrociato per caso davanti all’Atm point, prima dei tornelli all’ingresso della metropolitana verde di Garibaldi, corrispondeva alla descrizione della persona che stavamo cercando e che era stata ripresa dalle telecamere», rimarca il poliziotto. Undici giorni dopo la violenza. L’agente non era in divisa e, come fosse un cittadino qualunque, ha seguito Craxi Kecious, decidendo di non bloccarlo subito per evitare la fuga. «Non l’ho mai perso di vista. Nel frattempo ho allertato la pattuglia in servizio. Quando i colleghi mi hanno raggiunto, abbiamo fermato insieme l’uomo che nel frattempo aveva raggiunto l’ingresso principale della stazione ferroviaria, lato piazza Freud». Il 31enne non aveva addosso documenti. La vittima ha poi riconosciuto l’uomo «senza ombra di dubbio». «Avevo la sua faccia stampata negli occhi».

 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro