Calcio, violenza inaudita durante Ardor Lazzate-Niguarda: due anni di stop

È successo nel campionato regionale under 18: rissa fra giocatori, calci all’arbitro e partita sospesa. Squalificati in quattro, sanzione irrisoria per le società

Campo da calcio

Campo da calcio

Milano, 2 ottobre 2022 - Prima le “scintille“ in campo seguite da qualche parola di troppo, poi l’espulsione, quindi l’aggressione a chi stava abbandonando il terreno di gioco e infine una ignobile rissa che ha coinvolto molti dei 22 protagonisti e (suo malgrado) l’arbitro, pure colpito da un calcio e costretto a sospendere la partita. Tutto questo (stando a quanto si legge nel referto del direttore di gara) sotto lo sguardo dei dirigenti delle società coinvolte che poco o nulla hanno fatto per fermare il far west del pallone.

Eppure siamo all’alba della nuova stagione. Nel weekend si disputa la terza giornata dei campionati giovanili, ma quanto accaduto pochi giorni fa nel match Ardor Lazzate-Niguarda Calcio, partita valevole per il campionato regionale under 18 deve far riflettere. Compresa la “stangata“ del giudice sportivo, che ha dato la sconfitta a tavolino per entrambe le squadre protagoniste e squalificato quattro dei calciatori coinvolti nel pessimo spettacolo (per uno di loro ben due anni di stop, praticamente un “daspo“). Scene già viste, si dirà. Ma che gettano fango su tutto il sistema che a fatica cerca di rilanciare proprio il pallone dei giovani dopo i complicati anni della pandemia. "Ne stiamo parlando anche con gli arbitri - fanno sapere dai piani alti della Figc e del Settore Giovanile Scolastico -, dobbiamo capire ma pure cercare di prevenire. Non si può assolutamente tollerare la violenza".

Purtroppo, invece, è successo di nuovo. E quel che è più sconcertante, con una partita praticamente “chiusa“ già in avvio di ripresa, visto che i padroni di casa erano avanti 4-0. Ad innescare tutto l’espulsione di un attaccante del Niguarda per ripetute proteste: mentre il ragazzo della squadra ospite abbandonava il campo (pare lamentandosi e offendendo il direttore di gara), "senza apparente motivo - come si legge nella sentenza del giudice sportivo - un calciatore della società Ardor Lazzate correva velocemente verso il giocatore del Niguarda e lo placcava da tergo facendolo cadere a terra". A quel punto è scoppiato il finimondo: non solo i due ragazzi cominciavano a picchiarsi, ma interveniva un altro atleta della squadra di casa il quale "sferrava un violento calcio alla testa del portiere (avversario) e mentre alcuni calciatori cercavano di dividere i due continuava a mirare violentemente con alcuni calci la testa del portiere".

La tensione in campo saliva. A peggiorare la situazione "sopraggiungeva nella mischia il capitano del Niguarda che a sua volta prendeva a calci il portiere…. e andava a dargli un pugno sulla schiena". A nulla è valso quindi il tentativo dei compagni e dell’arbitro di separare i litiganti, anzi: quando il direttore di gara interveniva "cercando di calmare gli animi dividendo le persone coinvolte nella rissa… improvvisamente veniva colpito da un calcio violento sul polpaccio...". Gesto che ha reso a quel punto inevitabile la sospensione della partita all’undicesimo del secondo tempo con la conseguente sconfitta a tavolino 0-3 di entrambe le squadre.

Nonostante le difficoltà dell’arbitro (costretto a recarsi al pronto soccorso) di individuare tutti i responsabili della rissa, il giudice sportivo visti gli atti ufficiali della gara ha usato il pugno di ferro nei confronti di alcuni dei calciatori coinvolti: due anni di squalifica per il calciatore del Niguarda che prima ha colpito l’avversario alla testa e poi ha rifilato un calcio all’arbitro, sei e cinque turni di stop per due suoi compagni di squadra. Fermato per cinque partite anche un calciatore del Lazzate. Appena 150 euro di ammenda, invece, alle società, in quanto (oggettivamente) responsabili della rissa che ha visto coinvolti a vario titolo propri calciatori presenti in campo (l’arbitro ha segnalato che i dirigenti delle due società non intervenivano per porre fine alla rissa). E altra ammenda di 200 euro alla società Ardor Lazzate per l’atto di violenza di proprio calciatore nei confronti dell’arbitro, dando atto che "il comportamento riportato configura una condotta violenta da parte di un tesserato nei confronti del direttore di gara". Ce n’è abbastanza per riflettere e magari per chiedere scusa.

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