I quarant’anni del Discomane, regno del vinile: "Non morirà mai"

Non un negozio qualsiasi. Quello sull’Alzaia Naviglio Grande al 38 è stato il primo store milanese a puntare sui dischi usati

Valeria Baldan, titolare de Il Discomane con il marito Flavio (Archivio)

Valeria Baldan, titolare de Il Discomane con il marito Flavio (Archivio)

Milano, 27 ottobre 2018 - Quarat'anni de «Il Discomane». Non un negozio qualsiasi. Quello sull’Alzaia Naviglio Grande al 38 è stato il primo store milanese a puntare sui dischi usati (prima si vendevano solo nei mercatini). Poi è fieramente rock (come testimoniano i tanti cimeli dei Rolling Stones appesi). E la sua fede nel vinile non si è mai incrinata. «Ci abbiamo sempre creduto. Anche quando la gente gettava nella spazzatura i dischi, pensando che i cd sarebbero durati in eterno» dice Valeria Baldan, titolare 59enne, con il marito Flavio Villa, di questo negozio aperto da lunedì pomeriggio a sabato, nonché l’ultima domenica del mese.

Si possono acquistare (e vendere) dischi a 33, 45 e persino 78 giri. Chi ama le rarità preziose non ne esce deluso. C’è il vinile blu, con la dicitura Merano 81, intitolato «Fabrizio De Andrè», e autografato dal cantautore (vale tremila euro). Per «The Wall» dei Pink Floyd si trova il 33 giri promozionale arancione (ne esistono cento copie in tutto il mondo, costa duemila euro). «Uprising» con la firma originale di Bob Marley va via a 1.800 euro. Non è però il collezionismo il focus dell’attività. La filosofia è sempre stata quella di lanciare proposte «per tutte le tasche». Non solo per i vinili. I cd sono a cinque euro e si trovano a poco anche le cassette. Ma come nasce? Nel 1978, dalla passione di quattro amici: «Ognuno di noi portò i dischi che aveva in casa e ci facemmo dare un po’ di materiale anche dai conoscenti».

Gli scaffali del rock erano tre, adesso sono decine. Dal classic rock al prog al metal, ma senza escludere classica, jazz e italiana. Pochissimi i titoli nuovi. Niente «musica di plastica». I clienti chi sono? L’età è varia, lo zoccolo duro è di over 50. Il più richiesto? È «The Dark Side of the Moon» dei Pink Floyd. «Il Discomane» non ha una vetrina su eBay: «Non esistono i negozi virtuali. Chi vuole acquistare un disco deve venire di persona per vedere, toccare e annusare». Valeria non ama neppure la musica digitale e non solo perché ha fatto sparire tanti negozi: «Il risultato dell’ascolto gratis è stato quello di aver creato un mercato discografico asfittico, senza novità strepitose negli ultimi anni».

E c'è nel web una cosa che la fa «arrabbiare» sul serio: la mania delle recensioni. Non perché tema i giudizi: «È libertà di parlare alle spalle, senza che tu abbia l’opportunità di controbattere, perché l’altro ha un nickname fasullo e il faccino di Brad Pitt. Se qualcuno vuole lamentarsi preferisco che me lo dica in faccia». Per fortuna rimangono i dischi che sono «viaggio interiore e cultura. Il rock nel futuro sarà nei libri di storia». Ma lo Stato deve pensarla diversamente: «I libri hanno l’Iva al 4%, noi al 22%. Perché?»

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