Villoresi, divieti ignorati E i tuffi fatali continuano

L’ultimo caso sabato a Parabiago. Lungo l’alzaia si moltiplicano pic-nic e bagni nonostante la balneazione non sia consentita nel canale

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di Paolo Mattelli

Il giovane che sabato scorso ha perso la vita lungo la sponda del Canale Villoresi rischia di essere la premessa di una lunga serie di drammatiche tragedie se le prescrizioni e i divieti imposti dal Consorzio che gestisce la via d’acqua che attraversa l’Altomilanese non vengono rispettati e fatti rispettare. Lungo l’alzaia che da Arconate conduce alle postazioni di manovra di Parabiago è tutto un pullulare di persone intente a fare picnic, tuffi e nuotate sottovalutando i rischi di una corrente d’acqua che per i meno esperti potrebbe rivelarsi fatale come accaduto solo qualche giorno fa. Seppur affascinante nel suo scorrere lungo le campagne locali, il Villoresi per le sue caratteristiche nasconde sotto il pelo dell’acqua correnti molto forti che rischiano tenere prigioniero in una morsa mortale chiunque non sia più che abile nel nuoto.

Per chi pensa di valorizzare l’alzaia del Canale con luoghi di ritrovo e iniziative di aggregazione rischia di portarsi in casa una lunga sequela di incidenti alcuni dei quali mortali. Le acque del Villoresi così come quelle dei canali secondari che servono ad irrigare la campagna sono soggette al divieto assoluto di balneazione così come l’alzaia percorsa ogni giorno da persone e biciclette è ufficialmente destinata al transito dei mezzi di manutenzione. Purtroppo, queste prescrizioni vengono disattese soprattutto da comunità extracomunitarie che prendono le sponde del Villoresi come una sorta di Idroscalo in chiave locale senza conoscere la storia e i rischi insiti nelle sue insidiose acque. Nel 2016 un altro giovanissimo dell’Europa dell’est perse la vita tuffandosi da un ponte a Busto Garolfo. Il ragazzo, d’origini romene e residente a Dairago, insieme ad alcuni amici coetanei si era recato in bicicletta al Villoresi di Busto Garolfo in cerca di un po’ di refrigerio. Il tuffo dal ponte con gli amici che, non vedendolo riaffiorare, danno l’allarme. I soccorritori cercarono per oltre mezz’ora di rianimarlo, poi dovettero arrendersi.Tre giorni fa un peruviano anch’egli giovanissimo ha trovato la morte tra i flutti di un canale che le giovani famiglie straniere non conoscono e non temono.

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