Arrestato il fratello dell’assassino del vigile Savarino

Bloccato a Busto Arsizio per un tentato furto con altri due giovani sinti, ora è ai domiciliari

Ill luogo in cui il vigile Nicolò Savarino è stato ucciso

Ill luogo in cui il vigile Nicolò Savarino è stato ucciso

Milano, 23 agosto 2016 - Bloccato per un tentato furto con altri due giovani, è riuscito a sfuggire agli agenti durante i controlli in commissariato e a scappare. Poche ore più tardi è tornato sui suoi passi, ripresentandosi in polizia. "Protagonista" della vicenda è un ventiquattrenne di etnia sinti con un parente già purtroppo salito alla ribalta della cronaca nera: il fratello Remi Nicolic, infatti, è stato condannato in via definitiva per l’investimento, nel 2012, di un vigile urbano milanese, Nicolò Savarino, morto per le conseguenze dell’urto. Ieri, dopo l’assalto andato a vuoto e la fuga a Busto Arsizio, il fratello dell’assassino di Savarino era convinto di averla fatta franca. In breve, però, ha saputo che ogni luogo da lui frequentato era presidiato dalla polizia, che non gli avrebbe permesso di proseguire nella sua ritirata. Così ha deciso di fare marcia indietro e costituirsi, concludendo così una nottata iniziata con il tentativo di fare irruzione in un calzaturificio di Busto insieme ad altri due sinti.

I tre, arrestati con l’accusa di tentato furto, sono stati accompagnati in commissariato. Liberato delle manette per i controlli, il ventiquattrenne è riuscito a fuggire. Ma gli agenti hanno raggiunto e presidiato le abitazioni di amici e parenti del giovane. Questi, probabilmente sentendosi in trappola, qualche ora dopo si è ripresentato spontaneamente in commissariato: ora è accusato anche di evasione. Dagli accertamenti è risultato essere il fratello di Remi Nikolic, finito al Beccaria per l’omicidio dell’agente Nicolò Savarino, investito con un Suv in zona Bovisa a Milano. I fratelli Carmelo e Rocco si sarebbero aspettati di più, dalla giustizia. «Inizialmente - dicevano lo scorso marzo - il pubblico ministero aveva chiesto 24 anni, alla fine dell’iter è stato condannato a 9 anni e 8 mesi. Tra qualche anno quindi sarà libero. Adesso sappiamo che è in stato di semi-libertà». Per il fratello di Remi, convalidato il fermo, il tribunale di Busto Arsizio ha optato per i domiciliari.

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