Insulti social ai ghisa, condannato Emi Lo Zio

Agente della polizia locale preso di mira con un video sul profilo Facebook. Il rapper dovrà pagare 800 euro e risarcire il vigile

Emiliano Ronchi, in arte "Emi Lo Zio"

Emiliano Ronchi, in arte "Emi Lo Zio"

Milano, 14 dicembre 2019 - Quel video totalizzò in un giorno 6.300 visualizzazioni su Facebook. Un video di insulti contro un agente della polizia locale, impegnato il 14 novembre 2017 in un servizio di viabilità durante la visita in città del Capo dello Stato Sergio Mattarella. A postarlo fu il rapper Emiliano Ronchi, meglio noto come "Emi Lo Zio", animatore delle notti milanesi sin dagli anni Novanta, personal manager nel mondo dell’hip hop e storico componente del collettivo musicale Dogo Band che ha annoverato tra i suoi membri anche Jake La Furia, Marracash e Guè Pegueno. Ecco le frasi che il trentanovenne pronunciò quel giorno riprendendosi col cellulare, secondo quanto riportato nell’avviso di chiusura indagini del pm Paolo Storari: "Infame di m., cornuto figlio di p.! Sono la vergogna del popolo italiano, lavorano oggi perché c’è il presidente della Repubblica e mi vogliono fare la multa a me sto cane di m. Guardalo, poi domani è a bere il caffè, guarda che bello che è sto figlio di p. indegno!".

Il ghisa immortalato nel filmato, sostenuto dal Sulpm, ha denunciato per diffamazione "Emi Lo Zio", che, a distanza di due anni dai fatti, è stato condannato in primo grado, riconosciute le attenuanti generiche, a una pena pecuniaria di 800 euro; in più, dovrà versare 500 euro di risarcimento all’agente, assistito dall’avvocato Michele Cinquepalmi, e pagare 1.500 euro di spese legali. Non è la prima volta che il rapper, nel 2016 protagonista della web serie "In forma con Emi Lo Zio" sostenuta dal gruppo ospedaliero San Donato e oggi proprietario di un locale in zona Sempione, si ritrova in un’aula di Tribunale: nel 2017, infatti, è stato condannato in primo grado a un anno di reclusione (con pena sospesa subordinata al pagamento di una provvisionale di 3mila euro alla parte offesa come risarcimento danni) per aver preso a pugni un ragazzo che nel settembre del 2012 si era lamentato per la durata troppo breve di un concerto dei Club Dogo nel locale Downunder di Noceto, in provincia di Parma. «Ci siamo subito schierati al fianco del collega preso di mira – fa sapere il segretario del Sulpm Daniele Vincini – come succede ogni volta che qualcuno si permette di gettare fango sulle donne e gli uomini che ogni giorno lavorano con professionalità per i cittadini milanesi: difenderemo sempre l’immagine del nostro Corpo da coloro che la vogliono screditare".  

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