Via Quarti, le Torri degli abusivi: allacciamenti fai-da-te e telecamere ko

I controlli dei carabinieri

L’intervento dei carabinieri in via Quarti

L’intervento dei carabinieri in via Quarti

Milano, 23 marzo 2018 - Alcune telecamere sono fuori uso, impallinate da mani chirurgiche. Le altre sono in funzione, ma servono a poco: per fare prima, gli occupanti sono andati direttamente alla fonte, vandalizzando il locale creato ad hoc al piano terra per raccogliere i filmati registrati dagli occhi elettronici. Istantanee dalle Torri, il mega complesso popolare di 7 stabili bianchi incastonato tra la Tangenziale Ovest, il Parco delle Cave e Quinto Romano. Tutt’intorno campi incolti a perdita d’occhio, col resto della città che svanisce oltre via delle Forze Armate: via Quarti non è strada di passaggio, bisogna percorrere tutta via Rismondo costeggiando il Parco di Baggio e poi infilarsi nel budello di via Scanini per arrivarci. Terra di abusivi, la percentuale di irregolari è persino superiore a quelle registrate in via Gola e via Bolla: 156 su 450 appartamenti disponibili, il 34,7 per cento. «Numeri da aggiornare al rialzo», sussurra un inquilino che paga puntualmente affitto e spese. Sono la maggioranza, statistiche alla mano, ma vivono da ostaggi di quella minoranza rumorosa che si sente padrona degli stabili e da tale si comporta. Basta dare un’occhiata ai locali contatore: gli allacciamenti fuorilegge non si contano nel groviglio di fili che partono dalle centraline e si perdono nei muri.

Matasse così intricate che a inizio gennaio stava per scapparci l’incendio: il cortocircuito mandò in tilt l’erogazione di energia elettrica per 126 famiglie. Gli interventi di Unareti sono frequenti, nonostante i tecnici facciano molta fatica a lavorare: più volte i furgoni sono stati svuotati dai ladri, in altre occasioni gli addetti sono stati bloccati con la forza da chi temeva che gli stessero per staccare la corrente. Situazioni al limite. Quelle che vivono quotidianamente i tecnici dell’Aler: ormai è prassi arrivare lì in tre, due entrano e uno resta al volante a guardia della macchina. Ieri pomeriggio avevano la «scorta» dei carabinieri di Porta Magenta e della Compagnia di intervento operativo, coordinati sul posto dal capitano Fabio Manzo: non un blitz, bensì un controllo molto approfondito edificio per edificio in vista di un intervento più strutturato da mettere in cantiere nel breve periodo. Una sorta di fotografia dell’esistente per studiare un piano d’azione che sia il più efficace possibile. Con una consapevolezza: le abitazioni vuote vanno riempite con celerità, le porte lastrate non sono deterrente sufficiente a scoraggiare raid. È l’opinione più diffusa tra i comitati di residenti, che portano avanti la loro battaglia di legalità giorno dopo giorno, non senza rischiare fastidiose ritorsioni. Sono loro i più sollevati dalla presenza delle forze dell’ordine: il sorriso abbozzato della signora incrociata in ascensore vale più di mille parole.

 

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