Via Idro, dopo lo sgombero del campo nomadi? Solo rifiuti e galline

Un misto di spazzatura, segni di falò, pezzi di auto e ruderi da demolire

Carcasse, motori e  galline. Ecco lo stato di via Idro oggi

Carcasse, motori e galline. Ecco lo stato di via Idro oggi

Milano, 9 novembre 2017 - Quel che resta dell’ex campo rom di via Idro smantellato a marzo dello scorso anno è un misto di spazzatura, segni di falò, pezzi di auto e ruderi da demolire. Ormai terra di nessuno, se non di qualche sbandato «che ogni tanto si vede spuntare tra i rovi», testimoniano alcuni cittadini della zona, e soprattutto di animali: una decina di gatti e un “esercito” di galli e galline con pulcini al seguito. Bestiole che un tempo facevano parte del campo e che poi sono rimaste, moltiplicandosi (è il caso dei pennuti).

A presidiare almeno l’ingresso c’è Giovanna Torri, cittadina volontaria, tutor della colonia felina «che – spiega lei stessa – è stata regolarmente censita dal Comune dopo lo sgombero dei nomadi». Ogni giorno, dandosi il cambio con un altro volontario, porta da mangiare ai gatti e si assicura che stiano bene. Effetto collaterale, «il cibo viene preso d’assalto pure dai polli, che non esitano ad attaccare i gatti essendo in maggioranza. Ormai ce ne saranno più di cento». Avranno bisogno di una «casa» alternativa. Un problema non previsto, ostacolo nel cammino verso la riqualificazione che comunque è ancora un miraggio. L’ex campo dovrà diventare una zona verde, fruibile dai cittadini. Sulla carta. E i primi passi dovrebbero essere, il condizionale è d’obbligo, pulizia e demolizione dei manufatti-ruderi.

Il Comune fa sapere che l’incarico è stato affidato a MM e che il finanziamento era stato già stanziato per il 2018. MM ha avuto l’incarico di recente, apprendiamo dall’azienda, e nei prossimi mesi presenterà il progetto preliminare, poi definitivo e infine esecutivo per le prime opere da circa 650mila euro. Gli obiettivi sono messa in sicurezza e riqualificazione ambientale. Ma di mesi ne passeranno ancora tanti. Nel frattempo, regna la desolazione: oltre i guardrail di cemento che fanno da barriera all’ex campo e impediscono l’ingresso di mezzi non autorizzati spuntano sacchi pieni di guaine di plastica svuotate del prezioso rame, abbandonate e infine raccolte in vista dello smaltimento. Lungo i sentieri ormai deserti si incontrano valigie vuote, carcasse di elettrodomestici, pneumatici, pezzi d’auto, scarpe, giocattoli e numerosi oggetti anneriti, evidentemente carbonizzati da fiamme divampate chissà quanto tempo fa.

L’ex campo è una mini discarica. Nella porzione adiacente spuntano fabbricati: ex bagni e una struttura che almeno nelle intenzioni sarebbe dovuta servire a promuovere attività sociali nel campo nomadi. Ora sul pavimento lercio affiorano solo erbacce, sporcizia, escrementi e segni di fuochi incorniciati da pareti squarciate. «L’area – commenta – è in stato di estremo degrado», denuncia il presidente del Municipio 2 Samuele Piscina (Lega) che il 25 aprile del 2016 in veste di consigliere di Zona, insieme ad altri colleghi del Carroccio, aveva inscenato una «demolizione» delle baracche ancora presenti al campo di via Idro sgomberato due mesi prima. «Degrado in un luogo di grande pregio, a ridosso della Martesana, che deve essere restituito ai cittadini come promesso dal Comune già da anni. Fa specie che si debba attendere il 2018 per veder partire i lavori».

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