
di Laura Lana
Dal Quadrifoglio di Cascina Gatti a Lumière di via Adriano, dal parco pubblico alla rigenerazione di un vecchio isolato produttivo in via Boccaccio. Gli ultimi progetti, in corso di realizzazione, sono stati firmati da FORM_A, lo studio di architettura fondato nel 2011 a Sesto da Sandra Maglio e Andrea Fradegrada. "Potremmo individuare due costanti: spazi collettivi all’interno degli edifici, per attività diverse a seconda delle esigenze dei residenti, e la presenza negli appartamenti di logge coperte, che permettono un prolungamento del salotto - spiega Maglio -. Questa richiesta era già presente tanto dalla committenza quanto da chi cerca casa. Post Covid, si è accentuata". In Boccaccio 164 l’idea di collettività si esprime nei 3 piccoli parchi che si susseguono dentro il complesso, mentre in via Adriano nascerà una nuova piazza che dialoga con gli edifici attorno. "La pandemia ha rappresentato una condizione di rottura nel modo di vivere la città. Però non sono stati introdotti nuovi processi, si sono accelerati quelli già in atto: mobilità, percorrenza, telelavoro. Come le esigenze di spazi esterni in casa e nell’edificio".
Ampie vetrate, corti, relazione tra edificazione e città costruita (e con il verde come in Bergamella), le architetture ridanno vita a spazi abbandonati o completano con un intervento puntuale piccole aree rimaste vuote, come per Quadrifoglio. "Per noi l’architettura ha un ruolo civile: siamo responsabili di cosa lasciamo su quella porzione di territorio - sottolinea Fradegrada -. Per questo, è intollerabile l’idea di realizzare un progetto senza una ricerca dietro. Per anni la qualità urbana è stata demandata ad altri parametri: indici volumetrici e costi. Ma in questo modo si toglie l’etica dall’architettura". Tra le collaborazioni più importanti c’è UniAbita: la scelta di FORM_A è stato uno dei principali segni di rinnovamento della cooperativa più grande d’Italia. "Ci siamo conosciuti al concorso per l’ex edificio dei sindacati di viale Marelli. Il primo cantiere è stato invece Lumière". Mix funzionale ma anche innovazione. "Che l’edificio sia sostenibile ormai è una conditio sine qua non. È come dire che il palazzo deve stare in piedi. Sostenibilità insieme è ambientale, economica, di bellezza". Il progetto è integrato fin dall’inizio. "Il team, con tutti i nostri collaboratori e consulenti, si siede insieme fin dalla fase preliminare. Seguiamo tutta la filiera. Il tema del materiale è fondamentale: è quello che caratterizza l’edificio e sarà l’elemento che permane. L’architettura per sua natura aspira all’eternità. Spesso invece la richiesta è di immediatezza, si guarda al costo di costruzione e non in prospettiva a quello di manutenzione, al ritorno economico istantaneo invece della durabilità".