Verti, via all’esodo dei lavoratori

Un centinaio i dipendenti che hanno deciso di accettare le buonuscite e che daranno le dimissioni

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di Laura Lana

Dopo quasi cinque mesi di battaglia sindacale, è iniziato l’esodo in Verti, la società di assicurazioni che fa capo al gruppo spagnolo Mapfre che a novembre aveva annunciato 325 esuberi su 605 addetti complessivi. Nei giorni scorsi sono state avviate le conciliazioni dei dipendenti che hanno deciso di accettare le buone uscite da parte dell’azienda e daranno dunque le dimissioni. Si parla di circa cento addetti, anche se il numero esatto non è ancora stato comunicato dalla società di via Volta alle sigle sindacali. "Essendo ancora tutti in remoto, anche per noi è difficile avere piena contezza delle scelte individuali di ognuno e fare poi la somma - spiega Paolo Plona, delegato Rsa -. Da quello che abbiamo raccolto, pensiamo, molto approssimativamente, che le dimissioni si attestino attorno al centinaio, forse qualcosa in più".

A fine marzo erano scaduti i termini per arrivare a un’intesa tra azienda e sindacati. Ferma sulla necessità di dimezzare il personale, Verti aveva messo sul tavolo un piano di incentivazione economica all’esodo su base volontaria per la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro, articolato in diverse misure che vanno dall’incentivo puramente economico, con una media di 28 mensilità fino a un massimo di 33. "Ciò che proprio non è andato secondo i piani dell’azienda è stata la questione dei ricollocamenti - confessa Plona -. Le condizioni erano talmente pessime che, a oggi, abbiamo notizia di un numero residuale di colleghi che hanno sostenuto il colloquio e, forse, quasi nessuno ha poi deciso di farsi assumere". Contratti part time a 4 ore, con salario e garanzie inferiori in aziende fornitrici: era questa la proposta di Verti per "l’accompagnamento all’outplacement". Due settimane fa l’ultima assemblea nel cortile di via Volta aveva dato mandato ai sindacati di continuare le azioni di lotta rispetto a un programma di ristrutturazione "che intende perseguire per imporre un nuovo modello produttivo fatto di tagli e di risparmi sulla pelle delle famiglie".

Per concludere il piano di ridimensionamento della dotazione organica, Verti potrebbe ora avviare la procedura di licenziamento collettivo. "Una quota molto rilevante dei 325 esuberi rimane e siamo consapevoli del fatto che sarà veramente dura nei prossimi mesi" - ammette Plona -. La società per mesi ha ribadito che "la Compagnia ha bisogno di adeguarsi per affrontare l’evoluzione del mercato e garantire una crescita futura sostenibile, rendendo necessario aumentare il ricorso alle tecnologie, accelerare i processi di automazione e digitalizzazione, esternalizzare le attività la cui gestione non è più sostenibile".

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