"Verti lascia a casa il 50%". Protesta sotto il Pirellone

Da Cologno in trasferta a Milano per manifestare contro i tagli dei dipendenti Nulla di fatto all’incontro in Ania, rigettato il piano proposto dall’azienda

I dipendenti di Verti Assicurazioni sfilano con gli striscioni sotto la Regione

I dipendenti di Verti Assicurazioni sfilano con gli striscioni sotto la Regione

Milano - "Verti lascia a casa il 50%". E, ancora, "325 dipendenti lasciati a casa con una mail" si legge sui cartelloni e sugli striscioni dei dipendenti di Verti Assicurazioni, che ieri hanno manifestato sotto il palazzo della Regione e ha organizzato un corteo fino alla stazione centrale.

È stata la seconda giornata di sciopero da novembre, quando l’azienda ha dichiarato gli esuberi, giustificandoli con la necessità "di digitalizzazione e di restare competitivi sul mercato italiano". "Ancora una volta rigettiamo in toto il piano di ristrutturazione che l’azienda intende perseguire per imporre il suo nuovo modello produttivo fatto di tagli e di risparmi sulla pelle delle famiglie", denunciano le sigle al completo. "La situazione è drammatica – commenta Marco Passeri, segretario regionale di Uilca -. Qui ci sono tante famiglie, mariti e mogli: significa che la ricaduta sociale è ancora più forte. Abbiamo provato tutte le possibilità di confronto, ma il risultato non è stato congruo". Verti resta ferma negli esuberi e nel "travaso" di un centinaio di lavoratori in aziende fornitrici con contratti part time a 4 ore, peggiorativi sia per stipendi che per garanzie.

Neanche l’incontro di lunedì in Ania, l’associazione nazionale delle imprese assicurative, ha avuto effetto. "Anche in questa sede l’azienda ha confermato il suo impianto, provando solo leggermente a rilanciare sul versante delle buone uscite – spiega il delegato Rsa Paolo Plona -. Tutte le organizzazioni sindacali hanno però espresso indisponibilità a sottoscrivere un accordo, perché l’azienda ha esplicitato che, qualora le persone non se ne andassero volontariamente, procederebbe comunque all’apertura della procedura per i licenziamenti". Venerdì prossimo scadranno i termini di sembra sempre più difficile. "Chiediamo a tutti di fare la loro parte, quindi anche alle istituzioni. Per questo motivo oggi (ieri per chi legge, ndr) abbiamo deciso questo presidio sotto la sede di Regione Lombardia", dicono i lavoratori, mentre annunciano nuove mobilitazioni e sfilano in corteo sotto lo slogan "Il posto di lavoro non si tocca, lo difenderemo con la lotta".

 

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