Verifiche su fondi Covid, sequestrati 36 milioni

Nella complessa maxinchiesta sui reati fiscali sono coinvolte 88 società, di cui una gestisce un ristorante pluristellato

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Il reato è l’indebita compensazione tra debiti e crediti d’imposta, per questo il Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza ha eseguito nelle scorse settimane sequestri preventivi per oltre 36 milioni di euro nei confronti di 88 società coinvolte, a vario titolo, nella commissione di reati tributari. I decreti sono stati firmati dal gip Emanuela Scudieri e d’urgenza dal pm titolare delle indagini, Paolo Filippini. Tra i beneficiari del sistema illecito, secondo le indagini, c’erano imprese operanti nel settore delle pulizie, nelle settore delle costruzioni, del trasporto merci e logistica, alberghiero e della ristorazione (spunta anche il nome di un ristorante stellato) e una serie di società di vigilanza privata. È stato ricostruito dagli investigatori un complesso meccanismo di evasione dei debiti previdenziali ed erariali messo in piedi dalle imprese. Nel corso delle indagini è emerso anche che 15 società sono risultate destinatarie dei cosiddetti contributi a fondo perduto, previsti dal "Decreto Rilancio per l’emergenza Covid", e sono in corso, hanno spigato i finanzieri "approfondimenti in merito al corretto utilizzo di tali somme". Le perquisizioni sono state eseguite nei confronti di 103 persone indagate, rappresentanti legali delle società a vario titolo coinvolte.

L’operazione, che ha preso il nome di "Take over", scaturisce da una segnalazione dell’Inps sull’anomala operatività di compensazione di crediti e debiti d’imposta. In particolare, le attività investigative hanno consentito di rilevare, si legge nelle carte: "un diffuso e consolidato meccanismo di evasione perpetrato facendo ricorso all’istituto del cosiddetto accollo fiscale". Il "debito tributario maturato dal soggetto accollato (titolare dell’obbligazione tributaria) è stato pagato da una terza società accollante, utilizzando in compensazione crediti vantati verso l’Erario, in violazione di quanto previsto dal quadro dispositivo vigente".

Con un espediente, secondo gli investigatori, "il debitore d’imposta abbatteva la propria esposizione tributaria". Tra le persone indagate, oltre ai legali rappresentanti delle società coinvolte, è emersa la centralità di professionisti che operavano tra Milano, Brescia, Novara, Lecco, Roma e Latina, e "che hanno proceduto alla trasmissione telematica dei modelli F24 di compensazione ed hanno agito con modalità seriali, rappresentando il collegamento tra le società accollanti (per un totale di 16) e le diverse società debitrici", 88 in tutto. Tra le 88 società coinvolte nella maxi inchiesta milanese su reati fiscali, una è riferibile ad un famoso ristorante bolognese, il "Fourghetti", nel quale lavorava, in passato, come chef anche il noto cuoco pluristellato e volto tv di Masterchef Bruno Barbieri, estraneo alla vicenda.

L’indagine riguarda solo la società che gestisce il ristorante, società in cui Barbieri che non è indagato, nè coinvolto in alcun modo, non ha alcuna partecipazione.

An.Gi.

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